EUROITALIA – KIEV, 31 agosto 2011 – In Ucraina (la seconda nazione più grande d’Europa) numerose famiglie, in condizioni economiche e sociali precarie, decidono di affidare i loro figli alle cure degli istituti statali (internat): ne esistono ben 368 e i bimbi ospitati sono circa 200.000.
A Kiev, la capitale, metropoli con quasi tre milioni di abitanti, gli istituti sono 400 e 70.000 i minori che vi vivono.
In giugno ho accompagnato un’amica in uno di questi tristi luoghi dove piccoli dallo sguardo da adulti crescono spesso senza un sorriso, un abbraccio, una carezza.
“Camminavamo da un’ora (l’istituto era in periferia), le case si diradavano, eravamo in prossimità della campagna; nonostante fosse quasi estate il vento soffiava forte e grossi nuvoloni si addensavano all’orizzonte.
Finalmente apparve un fabbricato grigio (il colore di quasi tutte le case), era vecchio, trascurato, bisognoso di urgenti restauri; già dall’esterno evocava piccoli volti tristi, stanze con poca luce e poco arredo, giochi senza gioia, pasti di gruppo, senza la presenza del volto caro della mamma.
Nel varcare quella soglia sentivo un nodo alla gola, la mia amica Marta aveva affrontato questo viaggio per incontrare una sua conoscente che da qualche anno lavorava in quella struttura e per rendersi conto di persona di una situazione che l’aveva coinvolta da quando aveva fatto la lettrice d’italiano a Kiev.
Grazia, così si chiamava la ragazza, ci accompagnava nei vari padiglioni: i bimbi più grandi (10-15 anni) ci guardavano con ostilità, alcuni con paura. I bimbi più piccoli invece dimostravano una certa curiosità, un’attesa; ci seguivano con gli occhioni sgranati, io tenevo in mano un pacco di dolci che avevo comprato in mattinata, improvvisamente una bimba biondissima (di 3-4 anni) mi venne incontro con la manina tesa: LALKA,LALKA……MAMA LALKA……
Guardai con sgomento il dono che avevo portato glielo porsi e vigliaccamente fuggii, seguita da un gruppo di pargoletti che gridavano in coro: MAMA,MAMA……Da quel giorno quegli sguardi, quelle voci, quell’immagine di bimba sono presenti nella mia mente e nel mio cuore: quegli occhi luminosi mi attraversano come un raggio di luce che non si deve spegnere e deve penetrare nelle coscienze di tutti noi, affinché non dimentichiamo queste creature innocenti che hanno bisogno del nostro costante, concreto aiuto.
(EUGENIA STANISCI)
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