L’Assemblea Plenaria del CGIE. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, 26-30 maggio 2014, contesta i tagli alla sua composizione e alle sue prerogative di rappresentanza e tutela degli italiani nel mondo.
ROMA, 30 maggio 2014 – Simona Cecilia Crociani Baglioni Farcas – L’Italia vive un’era politica delicata nel contesto della crisi planetaria. Da anni senza aver ancora realizzato le riforme atte a garantire trasparenza nei rapporti tra cittadino e Stato, l’efficienza degli organismi posti a garantire i diritti previsti dalla Costituzione della Repubblica. Tra i primi aspetti di questo processo, vi è quello del riassetto degli organi deputati ad esercitare l’iniziativa legislativa. Si parla di abolizione delle Provincie, del superamento del bicameralismo, di riduzione del CNEL, per motivi di risparmio (spending review). L’effetto domino rischia di coinvolgere la rappresentanza degli italiani all’estero costruita nell’ultimo trentennio. E cioè i Comites istituiti nel 1985; il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero “organismo di rappresentanza delle comunità italiane all’estero presso tutti gli organismi che pongono in essere politiche che interessano le comunità all’estero” istituito nel 1989, riformato nel 1998. Nonché la circoscrizione estero che consente agli italiani all’estero l’elezione diretta di 12 deputati e 6 senatori, 2000-2001.
Il CGIE riunitosi alla Farnesina nell’ultima settimana di maggio 2014 ha sostenuto che la rappresentanza degli italiani all’estero debba essere mantenuta sia all’interno del Senato delle Autonomie sia alla Camera dei Deputati, dovendo gli italiani all’estero partecipare al voto per la fiducia o meno al governo e all’elezione del Presidente della Repubblica eletto dal Parlamento o dal popolo italiano nel suo complesso. Il CGIE ritiene importante che il voto degli italiani all’estero debba essere personale ed eguale libero e segreto. Pertanto appare pretestuosa l’idea che per motivi di risparmio si debbano ridurre il numero dei consiglieri del CGIE eletti dagli italiani o di nomina governativa come previsto dalla legge istitutiva. A fronte dei 94 consiglieri del CGIE (governativi compresi), l’omologo corpo di rappresentanza dei francesi nel mondo, ne annovera 150.
Unanimità per quasi tutti gli ordini del giorno approvati oggi dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero riunito in assemblea plenaria alla Farnesina.Primo a parlare Domenico Azzia (Italia) che ha presentato un odg per impegnare il Cgie a chidere al Governo vere politiche per gli italiani all’estero.
Consiglio (Canada) è stato primo firmatario di un odg in cui si chiede al Comitato di Presidenza di verificare presenze e assenze dei Consiglieri per espellere – come previsto dalla legge – chi non partecipa al prescritto numero di assemblee plenarie.
Nestico (Stati Uniti) con il suo ordine del giorno ha voluto sensibilizzare circa la opportunità di reperire risorse integrative per le politiche per gli italiani all’estero anche attraverso raccolte fondi gestite da organismi che rappresentano i connazionali – come associazioni o fondazioni no profit – che cooperano con il Sistema Italia ma che manterrebbero l’autonomia di gestione.
Ben 52 consiglieri hanno presentato l’odg che sta più a cuore all’assemblea: esso dispone che, nel caso in cui le elezioni dei Comites non dovessero essere convocate per tempo (cioè entro dicembre), il Comitato di Presidenza convochi la seconda plenaria invece delle Continentali così che il Cgie sia a Roma per portare avanti il dialogo diretto con Governo e Parlamento. Questo odg è stato approvato a maggioranza con 5 astenuti.
Unanimità per l’ultimo, a prima firma Della Nebbia che ha riportato in plenaria un odg già approvato dalla Commissione Anglofona.
Con esso si chiede alla Farnesina e al Ministro Mogherini in particolare di inviare una lettera di ringraziamento a tutti i Comites che sono rimasti in carica, ringraziandoli per 10 anni di lavoro di volontariato a servizio delle comunità. “Ci sembra un atto dovuto”, ha commentato Della Nebbia, tra il sostegno dei colleghi che ha accolto l’odg all’unanimità. (Fonte: aise)
I consiglieri del CGIE sono volontari, quasi tutti imprenditori e professionisti di notevole prestigio nei rispettivi paesi di emigrazione e residenza storica degli italiani, sono volontari cui viene riconosciuto soltanto le modeste spese di viaggio e soggiorno in occasione delle assemblee romane, che pur si vorrebbe ridurre. Concorde è risultato l’indirizzo del consesso nel suo complesso, per difendere il valore di tale organismo di Stato, a tutela degli interessi civili, sociali, economici e morali di chi tiene alta nel mondo la civiltà e la cultura dell’identità italiana. In particolare, il CGIE promuove gli istituti di cultura italiana e la Società “Dante Alighieri”, difendendo la diffusione della lingua e cultura italiana nel mondo.