Trascorse tre generazioni dalla unificazione della Patria rumena, deve intendersi certamente ineluttabile per i nostri destini di Nazione, quanto altresì inderogabile, essendo cessate ove mai esistite le cause imposte dai nemici che vollero dividerci con l’ uragano della Seconda Guerra Mondiale. Crediamo che questa ragione di principio possa essere condivisa da tutti i nostri connazionali al di qua e al di là dalla illegittima frontiera.
Siamo un’unica Nazione. Unica è la lingua, unica la fede e la cultura. Unica la bandiera e la nostra storia unitaria. Comuni i costumi, comuni le tradizioni, le feste, le sagre, i nostri poeti e letterati. I nostri santi e i nostri eroi. Le nostre basiliche, i nostri monumenti e santuari. Le nostre leggende e le nostre canzoni , che sciogliamo al vento che spira dai nostri Carpazi al Danubio e dalla Moldova alla Vallacchia, dalla Transilvania alla Bucovina, Bessarabia, Maramures, Banato, Crisana, Transnistria sino alla Dobrugia sul Mar Nero.


Non ci soffermiamo ulteriormente sulle ragioni economiche che suffragano i nostri diritti al benessere che un’ economia unificata ed il giusto, legittimo uso comune delle risorse della nostra generosa , del nostro rigoglioso ambiente naturale. In quanto tutti i nostri connazionali sanno che la riunificazione ci donerebbe la ricchezza anche economico-finanziaria di una patria solidale, di uno stato libero, democratico, sociale. Dove collaborazione e sussidiarietà tra ogni classe sociale ed ogni ceto culturale e morale segnerebbero con la giustizia uguale per tutti, la libertà e la dignità di tutti.
Il referendum dovrà dunque per la sua validità sul piano del diritto internazionale garantire la sua regolarità e imparzialità.
L’ autodeterminazione dei popoli sia il principio determinante della riunificazione della nostra Nazione.

Non abbiamo bisogno di invocare altri esempi o precedenti nella storia europea. Valgano per tutti il diritto delle genti, il diritto internazionale, i principi di libertà e giustizia.
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