Fermatevi
«La guerra è una pazzia! Fermatevi, per favore! Guardate questa crudeltà!»: così, il 6 marzo, papa Francesco si è rivolto
al mondo, dopo la preghiera domenicale dell’Angelus, per chiedere di mettere fine, subito, alla guerra in Ucraina per
aprire il tempo della costruzione della pace, giorno per giorno; il papa aveva fatto precedere questo appello da alcune
riflessioni: «in Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra,
che semina morte, distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose, così come le persone in fuga,
specialmente mamme e bambini. In quel Paese martoriato cresce drammaticamente di ora in ora la necessità di
assistenza umanitaria. Rivolgo il mio accorato appello perché si assicurino davvero i corridoi umanitari, e sia garantito
e facilitato l’accesso degli aiuti alle zone assediate, per offrire il vitale soccorso ai nostri fratelli e sorelle oppressi dalle
bombe e dalla paura. Ringrazio tutti coloro che stanno accogliendo i profughi. Soprattutto imploro che cessino gli
attacchi armati e prevalga il negoziato – e prevalga pure il buon senso –. E si torni a rispettare il diritto internazionale!
E vorrei ringraziare anche le giornaliste e i giornalisti che per garantire l’informazione mettono a rischio la propria vita.
Grazie, fratelli e sorelle, per questo vostro servizio! Un servizio che ci permette di essere vicini al dramma di quella
popolazione e ci permette di valutare la crudeltà di una guerra.» Fin da quando è apparso evidente che la crisi tra Russia
e Ucraina, che ha avuto una prima svolta sanguinosa nel 2014, sembrava avviarsi verso una nuova terribile fase, papa
Francesco ha rivolto a tutti l’invito per cercare una soluzione alle tensioni che hanno profondamente segnato quella
regione nella quale così forte è la tradizione cristiana. Proprio a Cristo papa Francesco ha chiesto di volgere lo sguardo,
nei suoi numerosi interventi, che sono seguiti, fin dalle prime ore, dopo lo scoppio della guerra, per trovare una strada
che mettesse fine alla «follia della guerra», invitando a pregare per sconfiggere la violenza.
L’appello di papa Francesco, «Fermatevi!», anche se fino a oggi non ha portato alla fine della guerra, ha posto i
cristiani di fronte alla responsabilità di come operare nel mondo proprio per costruire la pace, come hanno ben colto
anche, solo per fare un esempio, i gesuiti de «La Civiltà Cattolica» che, per la prima volta dal 1850, dal primo numero
della rivista, hanno deciso di mettere l’appello di papa Bergoglio sullo sfondo della testata per riaffermare che non
esiste alternativa alla guerra in atto.
Questo numero di «Veritas in caritate» era stato chiuso il 21 febbraio, ma le vicende della guerra hanno portato alla
riflessione di cosa fare per offrire un contributo alla costruzione della pace in modo da recepire quanto il papa stava
chiedendo; si è così deciso di provare a condividere parole e gesti ecumenici, con una particolare attenzione all’Italia;
nelle pagine (Per la pace in Ucraina), che si apre con un appello dell’Associazione Italiana Docenti di Ecumenismo, si
possono leggere i testi pronunciati in preghiere ecumeniche, sottoscritti da leader cristiani e religiosi o pubblicati su
quotidiani e settimanali, con in appendice un primo elenco delle preghiere ecumeniche per la pace in Ucraina che si
sono celebrate in Italia; si tratta solo di un contributo, che non vuole, e non può, essere esaustivo ma solo testimoniare
quanto i cristiani stanno facendo insieme per un’accoglienza materiale e spirituale, riaffermando la centralità della
preghiera, l’arma evangelica nei cuori e negli occhi dei cristiani.
Il presente numero è stato così chiuso il 25 marzo, nella giornata nella quale papa Francesco ha dedicato Russia e
Ucraina all’Immacolato Cuore di Maria per la pace; il prossimo numero verrà inviato per la Pasqua, così come è
tradizione per offrire un contributo nel vivere la gioia della Resurrezione che vince il buio della morte.
Per problemi di spazio si è deciso di rimuovere le pagine nelle quali erano state raccolte le notizie delle tante
iniziative diocesane promosse per la Giornata nazionale per l’approfondimento della conoscenza dell’ebraismo e per
la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani; molte di queste iniziative erano già state segnalate nel numero di
gennaio, ma all’elenco, già ricco, ne erano state aggiunte altre, che indicavano quanto articolato era stato il tempo di
questi due eventi del cammino ecumenico in Italia, tanto più quest’anno, quando, in molti luoghi, era stato possibile
celebrare in presenza questi momenti. A breve sarà pubblicato sul portale del Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia
(www.centroecumenismo.it) questo elenco delle iniziative così da proseguire l’opera della raccolta e della condivisione
delle informazioni sull’ecumenismo in Italia che costituisce uno degli impegni primari del Centro Studi, fin dalla sua
istituzione nel novembre 2008.
Nell’Agenda Ecumenica, tra i molti incontri che animano il cammino ecumenico in Italia, piace segnalare due
momenti: l’annuale edizione della Festa della Libertà, con la quale valdesi e ebrei ricordano la firma dello Statuto da
parte del re di Sardegna Carlo Alberto che ha aperto una nuova stagione della loro presenza prima in Piemonte e poi
in Italia, con la fine di ogni forma di discriminazione religiosa; la Giornata Mondiale di preghiera, pensata dalle donne,
con la quale riaffermare l’impegno dei cristiani nel mondo proprio per la costruzione di una cultura dell’accoglienza,
che trovi fondamento nell’ascolto della Parola di Dio. Quest’anno la preghiera, le cui origini risalgono al XIX secolo e
che attualmente viene celebrata in oltre 150 paesi il primo venerdì di marzo, è stata preparata dalle donne cristiane
dell’Inghilterra, del Galles e dell’Irlanda del Nord a partire da una passo di Geremia (29,.1-14).
Il 31 marzo 2002 mons. Vincenzo Savio, vescovo di Belluno-Feltre, concludeva la sua esperienza terrena, al termine
di una malattia, breve e dolorosa, che lo aveva fortemente debilitato nel fisico, senza far venire meno, anche nei
momenti più difficili, il suo rendere grazie a Dio per i doni che Egli aveva seminato nella sua vita: di lui, che è così
presente nell’attività del Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia, tanto che la newsletter ha come titolo il suo motto
episcopale, si è pensato di ripubblicare, in Memorie Storiche, un testo, uno dei tanti, che egli dedicò all’esperienza del
Sinodo: la lettura di questo testo aiuta a comprendere quanto rilevante sia la dimensione ecumenica nella celebrazione
di un sinodo, che è un tempo privilegiato per scoprire le ricchezze di Cristo, luce delle genti.
Riccardo Burigana
Venezia, 25 marzo 2022, Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia
Fonte: https://ecumenismo.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/32/2022/04/12/Veritas202202-03.pdf
