Ahi, amica Francia, quanto è costato il tuo orgoglio all’Europa!
Riproponiamo lo studio di Roberto Cestelli, pubblicato su Buletin européen 1983/8-9.
Euromissili o Pax Sovietica?
LA TERZA VIA: LA DIFESA DALLO SPAZIO
Le nazioni dell’Europa Occidentale possiedono, nel loro insieme, le installazioni industriali più vaste e più avanzate deI mondo, la loro popolazione complessiva è superiore a quella degli USA e dell’URSS, il loro prodotto nazionale lordo globale è più alto di quello degli Stati Uniti ed almeno il doppio di quello sovietico. Il controllo dell’Europa Occidentale darebbe a chi lo conquistasse risorse industriali, tecniche ed umane che la controparte non potrebbe in nessun modo controbilanciare. L’Europa occidentale è la chiave di volta deI sistema di equilibrio della pace mondiale. Lo ha ben chiaro l’Unione Sovietica che della conquista dell’Europa, di cui vorrebbe impadronirsi distruggendola il meno possibile, ha fatto l’obiettivo prioritario deI suo più vasto disegno di dominare il…
Dom Ildefonso Schuster (abate della Basilica di San Paolo fuori le mura) pubblicò nel 1919 la prima edizione del suo Liber Sacramentorum. Nel tomo VIII, Schuster dedica due capitoli ai “Santuari di Nostra Signora nella Roma medioevale”, alle “Immagini della Vergine SS. nella devozione romana” e delinea un interessante itinerario mariano. L’autore indica un elenco, di alcuni, tra i più insigni santuari mariani nei quali, un tempo, al dì stabilito si esponeva l’immagine della Vergine Maria alla pietà dei fedeli.
Itinerario mariano di Dom Ildefonso Schuster
Santa Maria Maggiore Dove: P.za di Santa Maria Maggiore (Rione Esquilino) Da vedere: Cappella Borghesiana
Santa Maria della Colonna | Basilica di San Pietro in Vaticano Dove: Piazza San Pietro (Rione Borgo) Da vedere: Cappella della Madonna della Colonna
Santa Maria in Portico Dove: Piazza di Campitelli, 9 (Rione Sant’Angelo) Informazioni utili: la chiesa fu costruita per volontà del Senato, del Popolo Romano e di Alessandro VII per onorare il voto della città liberata dalla peste del 1656 e per questo motivo accolse l’antica immagine taumaturgica di Santa Maria in Portico
Santa Maria Addolorata | Chiesa San Marcello al Corso Dove: Piazza San Marcello al Corso, 5 (Rione Trevi) Da vedere: Cappella della Madonna dei Sette Dolori
Santa Maria degli Angeli e dei Martiri alle Terme Dove: Piazza della Repubblica (Rione Castro Petrorio) Informazioni utili: è la chiesa dove si svolgono tutte le cerimonie ufficiali della Repubblica Italiana
Santa Maria in Aquiro Dove: Piazza Capranica (Rione Colonna) Da vedere: il quadro della “Vergine con il Bambino e S.Stefano” risalente al XIV secolo
Santa Maria in Ara Coeli Dove: Scala dell’Arce Capitolina, 12 (Colle del Campidoglio) Assolutamente da vedere: la Cappella dedicata al Bambino dell’Aracoeli
Santa Maria Auxilium Christianorum | Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso Dove: Via del Corso, 437 (Rione Campo Marzio) Da vedere: Cappella dedicata a Maria, Aiutante dei cristiani (“Maria Auxilium Christianorum”)
Santa Maria in Traspontina Dove: Via della Conciliazione, 14c (Rione Borgo) Informazioni utili: sede dell’Ordine dei fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
Santa Maria in Campo Marzio Dove: Piazza in Campo Marzio, 15 (Rione Campo Marzio) Da vedere: sull’altare maggiore l’immagine della Madonna avvocata, del XII o XIII secolo
Santuario della Madonna del Miracolo | Basilica Santa Andrea delle Fratte Dove: Via di Sant’Andrea delle Fratte, 1 (Rione Colonna) Informazioni utili: in questo luogo l’avvocato francese di origine ebrea Alphonse Marie Ratisbonne vide la Vergine Maria il 20 gennaio 1842
Santa Maria in Cosmedin Dove: Piazza della Bocca della Verità, 18 (Rione Ripa) Informazioni utili: nell’antichità era conosciuta anche con il nome di Santa Maria in Schola Græca
Santa Maria delle Grazie, alla Consolazione Dove: Piazza della Consolazione, 84 (Rione Campitelli) Da vedere: Edicola con l’immagine della “Madonna delle Grazie” opera di Niccolò Berrettoni, risalente al 1658: definita “Consolatrix Afflictorum“.
Santa Maria in via Lata Dove: Via del Corso, 306 (Rione Pigna) Da vedere: l’icona della Vergine avvocata del XIII secolo alla quale si attribuiscono diversi miracoli
Santa Maria ai SS. Cosma e Damiano Dove: Via dei Fori Imperiali, 1 (Rione Campitelli) Da vedere: icona della fine del XIII secolo della Madonna con Bambino in trono, posta sull’altare maggiore. E’ detta anche Madonna di San Gregorio, Madonna della Salute o Madonna del Saluto.
Santa Maria della Luce | Chiesa San Salvatore in Corte Dove: Via della Luce (Rione Trastevere) Da vedere: sull’altare maggiore l’immagine della Madonna della Luce legata a vari eventi miracolosi.
Santa Maria ai Monti Dove: Via della Madonna dei Monti, 41 (Rione Monti) Da vedere: l’altare maggiore opera di Giacomo Della Porta che contiene l’immagine miracolosa della “Vergine con il Bambino” detta anche la “Madonna dei Monti”.
Santa Maria al Nome di Maria, nel Foro Traiano Dove: Foro Traiano, 89 (Rione Trevi) Da vedere: sull’altare maggiore l’immagine della Vergine con Bambino dipinta su legno (scuola romana secolo XII).
Santa Maria della Concezione | Chiesa di San Lorenzo in Damaso Dove: Piazza della Cancelleria, 1 (Rione Parione) Da vedere: l’icona bizantina della Madonna Avvocata detta anche Madonna di Grottapinta (XII secolo) proveniente dalla Chiesa di San Salvatore in Arco (oggi demolita).
Santa Maria del Parto | Chiesa Sant’Agostino Dove: Via della Scrofa, 80 (Rione Sant’Eustachio) Da vedere: la statua della Madonna del Parto e il dipinto “La Madonna dei Pellegrini” di Caravaggio
Santa Maria del Perpetuo Soccorso | Chiesa di Sant’Alfonso all’Esquilino Dove: Via Merulana, 26 (Rione Esquilino) Assolutamente da vedere: l’icona della Madre del Perpetuo Soccorso di scuola cretese
Santa Maria ai SS. Domenico e Sisto Dove: Largo Angelicum, 1 (Rione Monti) Da vedere: nella terza cappella del lato nord la Madonna col bambino di Benozzo Gozzoli, allievo di Beato Angelico
Santa Maria della Pietà | Chiesa dei Santi Bartolomeo e Alessandro dei Bergamaschi Dove: Piazza Colonna (Rione Colonna) Informazioni utili: la chiesa prese il nome di Santa Maria della Pietà dall’immagine che si trova sopra il portale
Santa Maria del Popolo Dove: Piazza del Popolo, 12 (Rione Campo Marzio) Da vedere: l’icona bizantina della Madonna del Popolo sull’altare maggiore
Santa Maria del Rosario | Chiesa Santa Maria sopra Minerva Dove: Piazza della Minerva, 42 (Rione Pigna) Da vedere: la “Cappella dell’Annunziata” opera del Maderno e l’immagine dell’Annunciazione di Antoniazzo Romano
Santa Maria della Pace Dove: Arco della Pace, 5 (Rione Ponte) Da vedere: altare realizzato da Carlo Maderno con l’immagine della “Madonna col Bambino”
Santa Maria della Salute | Chiesa di Santa Maria Maddalena Dove: Piazza della Maddalena, 53 (Rione Colonna) Informazioni utili: la chiesa rappresenta uno degli esempi di arte rococò a Roma.
Santa Maria della Strada, al Gesù Dove: Via degli Astalli, 16 (Rione Pigna) Da vedere: Cappella della Madonna della Strada
Santa Maria della Speranza, ai Cappuccini Dove: Via Vittorio Veneto, 27 (Rione Ludovisi) Da vedere: il dipinto dell’Arcangelo Michele che caccia Lucifero di Guido Reni, la Natività di Giovanni Lanfranco, il San Francesco riceve le stimmate del Domenichino e la Trasfigurazione di Mario Balassi
Santa Maria in Trastevere Dove: Piazza di Santa Maria in Trastevere (Rione Trastevere) Da vedere: la Cappella della Madonna della Clemenza
Santa Maria in Vallicella Dove: Via del Governo Vecchio, 134 (Rione Ponte) Da vedere: dipinto che raffigura una Madonna con Bambino e due angeli, detta Madonna della Vallicella (XIV secolo)
Abstract: Da “volontari” e invisibili… i lavoratori migranti diventano visibili per via della pandemia da Covid-19. I raccoglitori stagionali agricoli non sono i soli a sperimentare l’umiliazione del lavoro sommerso, ma anche coloro i quali, per anni, e soprattutto nei mesi della pandemia, lavorano in Italia in prima linea, non nei campi agricoli, bensì nei servizi di pubblico soccorso. Privi di assicurazione sanitaria e contratto di lavoro. Ma semplici volontari. Cosa si stanno perdendo i romeni in Italia? Attraverso i racconti delle loro esperienze lavorative, sia positive che negative, emerge quanto essi, quali cittadini europei in un paese ospitante, siano consapevoli dei loro diritti sociali e si impegnino per garantirsi la dignità umana di lavoratori migranti.
Lavoro: lo sfruttamento della persona e la manodopera a basso costo
A distanza di quasi 15 anni dall’ingresso della Romania nell’Unione Europea (1 gennaio 2007), decidere di andare a lavorare come braccianti all’estero, risulta una scelta obbligata per numerosi padri e madri di famiglia: una decisione sofferta, ma necessaria per intere famiglie.[1] Si dà il caso che dei 1.800 lavoratori stagionali, impegnati nei 17.000 ettari di campi di una cooperativa nell’Emilia Romagna, gli stranieri sono il 60-70% e la maggior parte sono romeni.[2]
In pieno lockdown, nella primavera del 2020, a stagione iniziata e dopo la firma di eccezionali accordi tra i governi dei Paesi membri dell’UE, importatori (Occidente) ed esportatori (principalmente i paesi dell’Est, ma anche il Nord Africa[3]) di manodopera a basso costo. Con speciali voli charter ad hoc masse di braccianti furono trasportati in modo organizzato, avvalendosi degli intermediari, i cosiddetti ‘caporali’, in Germania e Gran Bretagna[4], come in Spagna[5], Italia[6] e Austria[7], i lavoratori stagionali, gli Erntehelfer, ossia, gli operai del raccolto.[8]
Gli operai dell’Est partono in gruppi controllati e sono soggetti a visite mediche all’arrivo, devono vivere e lavorare separatamente dagli altri lavoratori per due settimane ed indossare indumenti protettivi. Al momento dell’arrivo, lo stato rilascia un permesso di soggiorno ai braccianti, che vengono quindi assunti dalle aziende agricole con un normale contratto di lavoro a termine gestito dai sindacati agricoli. Il tutto è stato documentato dal programma tv Rai Est Ovest in un servizio andato in onda domenica 19 aprile, che mostra centinaia di stagionali al momento dell’imbarco a Cluj (Romania) su un aereo diretto a Düsseldorf. Anche il giornale britannico Daily Mail, la scorsa settimana, ha riportato della partenza da Bucarest di alcuni voli charter per “importare” braccianti romeni.[9]
Da invisibili, i problemi dei lavoratori stranieri sono diventati visibili nel 2020, scoppiata la pandemia.[10] Dopo la partenza di 16.000 romeni per lavoro nei campi dei paesi occidentali, con i voli charter, ad aprile 2020, è salito in primo-piano ‘un problema completamente ignorato finora dall’Unione Europea’, ossia, ‘lo sfruttamento dei lavoratori stagionali dalla Romania e altri stati dell’Est-Europa’.[11]
A maggio 2020, il Bundesministerium für Arbeit und Soziales, [Ministero federale del lavoro e degli affari sociali], finanziò la pubblicazione di una Broschüre di 32 pagine, nelle varie lingue (croato, polacco, bulgaro, ungherese e russo), un opuscolo che informava sui ‘diritti’ dei lavoratori stagionali in Germania, quando i braccianti dell’Est stavano già lì.[12] Un riassunto della stessa Broschüre con le ‘misure e regolamenti importanti per i lavoratori stagionali in agricoltura, silvicoltura e orticoltura’[13], aggiornato al 21 maggio 2021, è tradotto anche in lingua romena.[14] Specie dopo il contagio da coronavirus nei mattatoi tedeschi, a luglio del 2020, quando mille operai romeni risultarono infetti da Covid-19.[15]
Arrivati nel «campo di lavoro» con i voli charter, ai braccianti veniva sottratto il passaporto.[16] Senza il documento di identità, essi si vedono anche minacciati, aggrediti con la violenza fisica e verbale, da parte di caporali con metodi mafiosi.[17] Numerose le testimonianze di lavoratori migranti, ridotti in schiavitù, sulle pagine della stampa romena e, in molti casi, anche della stampa internazionale: vulnerabilità, sfruttamento, violenza a danno dei lavoratori, e non solo stagionali, soprattutto donne, hanno dunque riempito le pagine dei giornali, in Romania come in Germania, Spagna[18] e Italia, anche prima della pandemia da Covid-19.[19]
La figura del ‘caporale’[20], ossia, il reclutatore di manodopera dall’estero a basso costo, per conto dell’imprenditore occidentale, è capillare nel ‘sistema’ del lavoro stagionale. Caporale e imprenditore, mettono in moto un meccanismo che la Dottrina Sociale della Chiesa definisce e condanna quali «strutture di peccato»[21], che «impediscono il pieno sviluppo degli uomini e dei popoli»[22]. Da persona, in queste «strutture», il lavoratore straniero è esclusivamente una «forza lavoro», privato dei suoi diritti umani per la durata della stagione. [23] Altresì, trattato da ‘scarto’ alla fine del raccolto nei campi, poi buttato via come un qualcosa che non ti serve più. È la testimonianza di una madre che, insieme ai suoi due figli, si trovavano a lavorare nei campi di Knoblauchsland, in Germania, nel 2020: «Vediamo esattamente quanto sia pericoloso il sistema: quando l’imprenditore pensa di non aver più bisogno delle persone o si è stancato di loro, li scaccia senza esitazione alcuna. Ecco la “busta paga”: solo un pezzo di carta come ricevuta, 300 euro a settimana: 300 euro per 50 ore di lavoro».[24] Qualche caso di sfruttamento nei campi tedeschi arrivò anche al Parlamento europeo.[25]
In Italia, un «osservatorio sulle notizie riguardanti lo sfruttamento lavorativo»[26] raccoglie periodicamente le principali notizie dei quotidiani locali e nazionali, in tema di sfruttamento lavorativo, per ogni Comune. Queste notizie vanno a comporre, ogni anno, a partire dal 2018, un archivio[27] con le ‘mappe dello sfruttamento lavorativo’. I casi di sfruttamento dei lavoratori nei vari settori: agricolo, tessile e altri settori, quali edilizia, commercio, logistica, ecc., sono indicati con appositi «segnaposto» di colore diverso, a seconda del settore di segnalazione di abusi.[28] È rilevante, come evidenziato dalla mappa per l’anno 2020, che lo «sfruttamento lavorativo nel settore agricolo» sia prevalente nel Sud Italia, mentre il Centro-Nord, rileva un numero maggiore di casi di sfruttamento nel settore tessile, edilizia, commercio e logistica, oltre al settore agricolo[29].
In conclusione, mentre in Romania il salario minimo è di Euro 460, in Belgio è di Euro 1625; in Germania, il salario minimo, è di Euro 1584, come in UK (Euro 1583).[30] Se non ci fosse un divario così ampio in termini di ‘salario minimo in Europa’, è auspicabile che tanti fenomeni di sfruttamento delle persone e di violazione dei diritti umani, se non del tutto eliminati, potrebbero ridursi considerevolmente.
2. Il caporalato, un fenomeno da combattere
Il fenomeno del caporalato è spesso associato alla criminalità organizzata o alle mafie, ma è molto di più. È un sistema di intermediazione di manodopera nel quale il mediatore detrae in modo illegale una quota del salario del lavoratore regolarmente assunto da terzi. Dopo che nell’estate e autunno del 2015, alcune persone persero la vita nei campi agricoli del Sud Italia, anche la stampa ufficiale si occupò delle «drammatiche condizioni di vita e di lavoro dei braccianti stranieri, ma anche italiani, e stimolato un dibattito pubblico sulla questione del caporalato», che è diventato subito «priorità assoluta» del governo italiano dell’epoca, il quale annunciò «una serie di azioni finalizzate alla lotta contro il caporalato».[31] Secondo Perrotta (2015), misure di tipo repressivo e azioni simili volte a dissuadere «gli agricoltori dall’assumere i braccianti ricorrendo al caporalato» sarebbero destinate a «non cogliere il bersaglio»[32], ovvero, a non migliorare le condizioni di lavoro dei braccianti né tanto meno a colpire concretamente il fenomeno del caporalato:
In molte zone del Sud Italia, i caporali forniscono – naturalmente a pagamento – servizi indispensabili per le aziende agricole e per gli stessi braccianti: il trasporto nei campi e in altri luoghi (negozi, ospedali ecc.), la supervisione del lavoro, il reperimento e la gestione dell’alloggio, la fornitura di cibo e acqua, talvolta anche il viaggio dal Paese d’origine. Si pensi alla raccolta del pomodoro da industria, per la quale, laddove non è meccanizzata, è necessario organizzare e trasportare in tempi brevissimi decine di squadre composte ciascuna da 20-30 operai. I caporali sono gli unici a fornire squadre efficienti, economiche e disciplinate. A voler confiscare il prodotto del reato, bisognerebbe sequestrare forse la metà dei due milioni di tonnellate di pomodori da industria raccolti nel Sud.[33]
I lavoratori migranti vivono in una condizione di debolezza. L’orario di lavoro impedisce loro di dedicarsi alla cura di sé stessi, dei propri cari: «quando, dopo un turno di dodici ore torno a casa, vado subito a dormire e spesso mi rialzo quando è l’ora di tornare al lavoro»[34], testimonia la ‘volontaria’ da noi intervistata. Emerge quindi la necessità di un nuovo approccio nel mondo del lavoro.
Per quanto riguarda i sezonieri [braccianti, lavoratori stagionali][35] che partono dalla Romania, si dà per scontato che essi siano informati a monte in materia di diritti e doveri. Il Ministero del Lavoro romeno lo fa puntualmente.[36] In Italia, tuttavia, essi dimostrano di conoscere sommariamente le norme relative al rispetto dei diritti sul lavoro[37]. A marzo 2021, al termine di un’importante inchiesta giornalistica[38] sulle condizioni dei romeni ‘lavoratori stagionali nei pressi di Nürnberg, nel tenimento di Knoblauchsland in Germania[39]’, è risultato che ancora ‘non esiste un piano di protezione per i lavoratori stagionali a cominciare dalla Romania [corsivo originale in romeno]’[40].
Le rappresentanze diplomatiche della Romania[41] nei vari paesi dell’UE, aggiornano continuamente i propri siti internet con le novità normative in materia di tutela dei lavoratori, supportate dalla stampa in lingua romena, che informa periodicamente sulle ‘condizioni di lavoro, salario, diritti, assicurazione sanitaria’[42]. L’Ambasciata di Romania in Italia, oltre a firmare ‘un accordo per l’arrivo in Italia di 15.000 lavoratori stagionali romeni’[43] con l’allora ministro Bellanova, come riportato dalla stampa, pubblicò anche una sorta di ‘guida’ in lingua romena[44], per i lavoratori, a seguito del Decreto «Cura Italia» del marzo 2020. È evidente, pertanto, come, alla luce dei grandi cambiamenti globali in atto, non sia più possibile pensare di poter continuare ad accettare che i lavoratori migranti siano trattati non da persone, ma solo in termini di semplice «manodopera a basso costo da impiegare nei lavori manuali a bassa produttività che caratterizzano l’agricoltura, l’edilizia e il terziario privato dei servizi alla persona»[45]. Se fino a qualche anno fa «il ricorso a una manodopera più ricattabile», quali i lavoratori stagionali, potete far «aumentare la quota di profitto imprenditoriale, attraverso un aumento dei livelli di sfruttamento espresso da una compressione dei diritti e del Salario», ma soprattutto «un allungamento della giornata lavorativa e un aumento del carico di lavoro»[46], durante il periodo della pandemia da Covid-19, come emerge dalle interviste realizzate per questo studio, vi è una certa consapevolezza da parte degli stessi migranti in merito ai loro diritti e doveri di migranti lavoratori. Ciò, tuttavia, non è sufficiente a tutelarli:
In agricoltura è estremamente difficile ottenere contratti di lavoro stabili che mettano al riparo dal rischio di perdere il permesso di soggiorno. Inoltre, i braccianti stagionali sono vulnerabili perché spesso vivono in “ghetti” immersi nelle campagne, il che rende i caporali indispensabili per qualsiasi spostamento. Occorrerebbero allora politiche per la casa e per l’accoglienza dei braccianti nei centri abitati e, contemporaneamente, un potenziamento dei trasporti pubblici, anche verso i luoghi di lavoro.[47]
In conclusione, l’informazione sulle condizioni di lavoro, salario, diritti, assicurazione sanitaria, etc., come la conoscenza e la consapevolezza stessa dei propri diritti e doveri nell’Unione Europea, non è sufficiente se il lavoratore, stagionale e non, incappa nel ‘caporalato’, fenomeno deprecabile, con ‘connotati mafiosi e schiavistici’, da contrastare e combattere. …(continua a leggere il contributo di Simona Cecilia FARCAS, Da “volontari e invisibili (testimonianze), in Invisible migrant workers and visible human rights, SZANISZLÓ I. V.(curatore), Angelicum University Press, Roma, 2021, pp. 269-286.
[1] ELENA STANCU, O istorie despre muncitori sezonieri, exploatare și vulnerabilitate. Trei muncitori sezonieri români au fost dați afară de fermierul german pentru care lucrau în Nürnberg. Povestea lor nu este doar despre exploatare, ci despre sărăcia și lipsa de educație care i-au făcut vulnerabili, «Teleleu», Febbraio 15, 2021, https://teleleu.eu/o-istorie-despre-muncitori-sezonieri-exploatare-si-vulnerabilitate/
[12] DGB-PROJEKT „FAIRE MOBILITÄT“, Ihre Rechte als Erntehelfer in Deutschland, Berlin, Deutscher Gewerkschaftsbund, 2020, Febbraio 6, 2021, http://www.fair-arbeiten.eu.
[41] AMBASADA ROMÂNIEI ÎN ITALIA, Maggio 15, 2021, roma.mae.ro; AMBASADA ROMÂNIEI ÎN REPUBLICA AUSTRIA, Condiţii de muncă în Austria, Maggio 15, 2021, viena.mae.ro; AMBASADA ROMÂNIEI ÎN REPUBLICA FEDERALĂ GERMANIA, Informații utile pentru lucrătorii sezonieri în domeniul agricol din Germania, Maggio 15, 2021, berlin.mae.ro
[44] AMBASADA ROMÂNIEI ÎN ITALIA, Informații utile pentru muncitorii români din Italia, în contextul epidemiei de Covid-19 Material realizat de Ambasada României în Italia, pe baza prevederilor Decretului Lege ”Cura Italia” nr. 18/17.03.2020 Martie 2020, Febbraio 1, 2021,
[45] DOMENICA FARINELLA, SEBASTIANO MANNIA, Migranti e pastoralismo. Il caso dei servi pastori rumeni nelle campagne sarde. «Meridiana», 88, Roma, Viella, 2017, pp. 175-196, Febbraio 11, 2021, https://www.jstor.org/stable/90011292
*L’autrice è nata in Romania, vive a Roma dal 1993, dove ha studiato Ragioneria, Lingue e Letterature Straniere, Lettere, Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Licenziata (Laurea Magistrale) in Scienze Sociale (Economia e Management), attualmente dottoranda. Si occupa di politica, economia, sociologia, filosofia, educazione ed ecologia integrale con “approccio volontaristico”. E’ ideatrice fondatrice di IRFI – Italia Romania Futuro Insieme, Associazione di volontariato per una patria europea comune (2006).