(EUROITALIA – ROMA, 26/07/2011)

Theodor Pallady Nudo in interno, Nude in Interior 1939-1947 Olio su tela / Oil on canvas 135,3x109,4 cm Museo Nazionale d’Arte, Bucarest
Dal 3 settembre al 15 ottobre 2011 il Complesso del Vittoriano ospita una mostra che, attraverso 74 olii di 24 artisti provenienti da importanti musei della Romania, vuole ripercorrere la produzione dei grandi Maestri delle Avanguardie romene nel periodo che va dal 1910 al 1950.
La rassegna, a cura di Erwin Kessler, promossa dall’Ambasciata di Romania in Italia, dall’Istituto Culturale Romeno e dall’Accademia di Romania in Roma, è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
L’avanguardia raggiunse la scena artistica della Romania nel momento in cui questa si apriva a due tendenze del modernismo internazionale, il post-impressionismo e l’espressionismo. Nel contesto traumatico della Prima guerra mondiale questa apertura ideologica ed estetica si interruppe, consentendo allo spirito trasgressivo e originale dell’avanguardia di infiltrarsi e di penetrare nel modernismo romeno per certi versi moderato.
E’ interessante notare che alcune delle figure di spicco dell’avanguardia europea provenivano dalla Romania (Tzara, Segal, Brauner, Ianco, Mattis-Teutsch), ma la loro attività si svolgeva perlopiù all’estero e dunque la loro influenza sul mondo dell’arte rumeno fu più intensa nei periodi in cui tornarono in patria, soprattutto dopo il1920. InRomania, pertanto, il movimento si sviluppò con un certo ritardo ma riuscì in ogni caso ad accelerare il processo di evoluzione sociale e culturale in direzione del modernismo. Quest’ultimo, tuttavia, si era già fatto strada nella locale corrente tradizionalista, che rifiutava l’estetica morbida, acritica, consumistica e non sofisticata tipica dei primi modernisti. L’atteggiamento ostile, offensivo e rigido espresso dall’arte nazionalista rifletteva il modo aggressivo in cui l’avanguardia si era imposta sulla scena. Successivamente la produzione d’avanguardia fu in gran parte parallela alle opere che esprimevano il modernismo più conservatore, che aveva riconquistato posizioni alla fine degli anni Venti sotto le vesti di tendenze quali la nuova oggettività e il neo-simbolismo, caratterizzato da un afflato bizantino, religioso e persino nazionalista.
La compresenza e la contaminazione reciproca tra l’innovazione relativamente tardiva dell’avanguardia e il modernismo appassionatamente conservatore e tradizionalista dell’arte nazionale costituirono l’elemento di base dell’arte romena del periodo tra le due guerre mondiali e rappresentarono anche lo sfondo su cui dopo il 1945 si sarebbe registrata la chiusura estetica e la fusione con l’arte di propaganda del realismo socialista.
(Fonte: http://www.060608.it)