IRFI – ITALIA ROMANIA FUTURO INSIEME ALLA MARCIA PER LA VITA 2021


«Un’Italia senza figli è un’Italia che non crede e non progetta. È un’Italia destinata lentamente a invecchiare e scomparire», aveva dichiarato il Presidente del Consiglio Mario Draghi durante il meeting nazionale degli Stati generali della natalità #SdN, tenutosi il 14 maggio scorso.

C’è qualcosa che non va in Italia. Anche gli immigrati, i romeni in primis, che vivono e lavorano regolarmente nel bel Paese, non solo le coppie italiane, generano non più di due figli. In rari casi, tre figli. Sono state disattese le parole di San Giovanni Paolo II: “Non fatevi rubare la speranza!”. Sembra che i giovani oggi abbiano smesso di credere in sé stessi, non hanno speranze per il futuro e di conseguenza non fanno più progetti a lungo termine.

Per nove anni, i membri e volontari della nostra associazione IRFI hanno aderito e partecipato alla Marcia romana per la Vita, guidata da Virginia Coda Nunziante. Partecipazione volta a testimoniare il sostegno alla manifestazione internazionale. Nel X anniversario, la Marcia per la Vita 2021 si è svolta in forma statica, ai Fori Imperiali, vicino alla Colonna di Traiano, considerata il documento di identità della nazione daco-romana nella capitale dell’Impero, poiché vi sono scolpite nel marmo travertino le radici del popolo romeno a Roma.


A cura di Simona Cecilia Crociani Baglioni Farcaș, Roma, 22 Maggio 2021

Marcia per la Vita 2021 – Ph. Associazione IRFI – Italia Romania Futuro Insieme. Fernando e Simona Cecilia Crociani Baglioni insieme a Virginia Coda Nunziante e una famiglia con tre bambini piccoli.
Marcia per la Vita 2021, insieme ai sacerdoti, seminaristi, religiosi e religiose.
Marcia per la Vita 2021 ai Fori Imperiale. Nella foto: Prof. Roberto De Mattei, Presidente della Fondazione Lepanto e Prof. Fernando Crociani Baglioni, Presidente dell’Istituto di Studi Storici Beato Pio IX
Marcia per la Vita 2021 insieme a Marcela Ciobanu, Angela Martinca, Fernando e Simona Cecilia Crociani Baglioni.
https://marciaperlavita.it/

IRFI – ITALIA ROMANIA FUTURO INSIEME ALLA MARCIA PER LA VITA:

Marcia per la Vita 2012. 13 maggio:”Diciamo Sì alla Vita!” Asociația “Italia-Romania Futuro Insieme” participă și susține “Marcia Nazionale per la Vita“, ediția a II-a. Noi “Spunem DA Vieţii!”

MARCIA PER LA VITA 2012: La Marcia romana per la Vita del 13 maggio 2012 non è stata neppure nazionale, bensì internazionale, mondiale. Innumerevoli le rappresentanze di movimenti per la Vita americani, brasiliani, tibetani, nigeriani, ed in Europa di ogni nazione dalla Spagna alla Romania, alla Polonia, alla Francia, alla Germania, Belgio, Ungheria, Italia da ogni regione, per gridare forte e fermo il nostro “Sì” alla Vita, il nostro consenso totale al principio fondamentale non solo della nostra fede cristiana, ma della nostra civiltà.

VIOREL BOLDIS, POETA ROMENO, DEDICA “IL TEMPO / TIMPUL” ALLA MARCIA PER LA VITA

Roma, Românii din Italia invitaţi la a 3-a Ediţie a Marșului pentru Viață 2013

Marcia per la Vita 2013 – Federazione delle Associazioni dei Romeni in Italia (FARI) e “Italia Romania Futuro Insieme” hanno aderito e partecipato alla 3′ Marcia Nazionale per la Vita.


Duminică, 12 mai 2013. ITALIA & ROMANIA , IMPREUNĂ LA MARŞUL PENTRU VIAŢĂ. La Roma s-a organizat anul trecut 2012 pe 13 mai a II-a ediție a „Marşului pentru Viaţă”. Reprezentatul Asociației IRFI – Italia Romania Futuro Insieme, doamna Dr. Simona Cecilia Farcaş, luând cuvântul, alături de ceilalţi reprezentanţi ai delegaţiilor străine, a spus: “Toți cei care participăm la „Marşul pentru Viaţă” dorim să afirmăm că viaţa este un dar de la Dumnezeu, indisponibil, adică, care nu poate fi folosit după voie, şi că nu rămânem indiferenţi in faţa ”genocidului avortului, care durează de 55 de ani şi a înregistrat OFICIAL mai mult de 22.000.000 de victime in România“.

Roma, 4 maggio 2014 – Italia-Romania insieme alla Marcia per la Vita 2014

Roma, 40 mila in Marcia per la Vita 2015. L’Associazione “Italia Romania Futuro Insieme” e “Federazione delle Associazioni dei Romeni in Italia“: “La “Marcia per la Vita” conferma il principio per il quale la vita, come diritto primario, precede ogni altro diritto, e la soppressione dei nascituri costituisce in ogni caso omicidio e non diritto.“

Marcia per la Vita 2016 / invito

20 maggio 2017. IRFI – “Italia Romania Futuro Insieme” alla VII Marcia nazionale per la Vita .

Marcia per la Vita 2018 – Roma: Anche quest’anno l’Associazione IRFI “Italia Romania Futuro Insieme” aderisce ed invita tutti alla Marcia per la Vita, il 19 maggio alle ore 15:00.

Marcia per la vita 2019 – Come ogni anno, i membri della nostra IRFI Associazione “Italia Romania Futuro Insieme” hanno partecipato alla IX edizione della Marcia per la Vita, per affermare con forza i principi della Dottrina Sociale della Chiesa. Abbiamo incontrato numerose altre associazioni italiane e romene di Roma, studenti universitari, sacerdoti, consacrati e laici, con cui abbiamo percorso insieme la Marcia per la Vita, nel tragitto da Piazza Esedra a Piazza Venezia.

ROMA, 22 MAGGIO 2021, IN MARCIA PER LA VITA – L’Associazione IRFI – Italia Romania Futuro Insieme, come ogni anno, aderisce e partecipa alla MARCIA PER LA VITA.

VIDEO. Romania, Fernando Crociani Baglioni commemora la “piccola unione”


Il Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni è intervenuto al webinar “L’Unione dei Principati del 1859, un omaggio alla cultura romena”, in presenza di S.E. Liviu-Petru Zăpârțan Ambasciatore di Romania presso la Santa Sede (Roma, 22 gennaio 2021).

 

Il Principato e il regno di Romania.

Nel marzo 1821 il greco Alexandru Ipsilanti tentò di sollevare i Principati entrando in Moldavia e giungendo fino a Bucarest, mentre una più vasta ribellione, con centro la Valacchia, trovò un capo in Tudor Vladimirescu. Dopo un inizio di intesa i due movimenti entrarono in contrasto e Vladimirescu fu fatto arrestare e decapitare da Ipsilanti, le cui forze furono poi battute dai Turchi. La Porta, tuttavia, temeva che le aspirazioni nazionali greche si saldassero con quelle dei Principati e dopo il 1821 i principi di Moldavia e Valacchia non furono più di nazionalità greca ma autoctoni. A seguito della guerra russo-turca i Principati furono occupati dalla Russia (1828-34) e affidati al governo del generale P.D. Kiselëv.

Nel 1848-49, la rivoluzione nei Principati e in Transilvania, punto più avanzato verso oriente della ‘primavera dei popoli’ del 1848, fu soffocata dalle forze collegate di Austria e Turchia; Valacchia e Moldavia furono occupate dalla Russia dall’autunno del 1853 alla primavera del 1854 e, quindi, dall’Austria. Il movimento di indipendenza si concretò con l’elezione (1859) di Alexandru Ioan Cuza a principe di Moldavia e Valacchia, unificate nel Principato di Romania, soggetto però alla nominale sovranità ottomana. Furono realizzate allora fondamentali riforme: l’incameramento dei beni ecclesiastici; la creazione di una seconda camera, nel quadro di una vera e propria Costituzione che rafforzò l’autorità e le prerogative del capo dello Stato; la creazione di un Consiglio di Stato; la riforma agraria; l’unificazione della legislazione civile, penale e commerciale. Questo complesso di riforme ardite e moderne aveva però toccato troppo a fondo gli interessi dei boiari e della borghesia radicale: a Cuza, rovesciato dal trono e costretto all’esilio (1866), succedette Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen, che introdusse una Costituzione che accresceva i poteri del sovrano in senso dispotico, mentre una legge elettorale rigidamente censitaria assicurava il monopolio del potere politico agli esponenti della grande proprietà terriera. (Enciclopedia Treccani).

Con l’elezione di Alexandru Ioan Cuza a principe di Moldavia e di Valacchia, “si aggirò il divieto delle Grandi Potenze alla formazione di un unico stato romeno. La soluzione fu sostenuta dalla Francia di Napoleone III e dal piccolo Regno di Sardegna che con Cavour vedeva nella soluzione della questione nazionale romena un precedente per la soluzione alla questione nazionale italiana. Due anni più tardi le Grandi Potenze riconoscevano la fusione dei due principati nell’unico Principato di Romania (dicembre 1861): esso seguiva di pochi mesi la proclamazione del Regno d’Italia (marzo 1861).”. (A. Pitassio, Corso introduttivo allo studio della storia dell’Europa orientale…, 2000, ed. Morlacchi, p. 151).

Video.

Centenario dell’unità romena, convegno di studi all’Angelicum


Roma. InfoFass 2018, n. 23, numero unico annuale di informazione sulle attività della Facoltà di Scienze Sociali dell’Angelicum, Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino (PUST), ha voluto comprendere una nota sull’evento a carattere storico che ha celebrato il Centenario dell’unità romena: retrospettive e prospettive, ospitato dalla stessa Università lo scorso 23 marzo 2018.

Perdurante la Grande Guerra, Romania e Moldavia conobbero la loro unificazione, il 27 marzo 1918; mentre la Russia era scossa dalla Rivoluzione bolscevica. La guerra contro gli imperi centrali mossa dalla Romania nel 1916 durava ancora e cessò soltanto con l’armistizio del 1° dicembre 1918, segnando la vittoria della stessa Romania, alleata delle potenze dell’Intesa.

Questo Centenario è stato “celebrato” con un convegno di notevole spessore, ospitato dall’Università San Tommaso d’Aquino in Roma, il 23 marzo 2018; promosso dall’IRFI – Associazione “Italia Romania Futuro Insieme” Onlus, con il Patrocinio dell’Ambasciata di Romania presso la Santa Sede, in collaborazione con la FASS – Facoltà di Scienze Sociali dell’Angelicum.

S.E. Liviu – Petru Zăpîrţan. Ambasciatore di Romania presso la Santa Sede e il Sovrano Ordine di Malta.

Alte le rappresentanze invitate e presenti: Prof. Sr. Helen Alford, O.P. Vice Rettore dell’Angelicum, S.E. il Prof. Liviu–Petru Zăpîrţan Ambasciatore di Romania presso la Santa Sede, Dott.ssa Veronica Ocneriu Console dell’Ambasciata di Romania in Italia, Don Isidor Iacovici capo della comunità romena in Roma di Rito latino, Prof. Eugenia Bojoga docente di lingua romena al Pontificio Istituto Orientale e UBB Cluj-Napoca; Prof. Inocent-Maria Vladimir Szaniszló, O.P. Prof. Fernando Crociani Baglioni giornalista e storico, quale moderatore del simposio. La Dott.ssa Tatiana Ciobanu guidava una rappresentanza del movimento unionista romeno-moldavo.

Il convegno, titolato “1918-2018: Centenario dell’unità romena: retrospettive e prospettive”, ha affrontato le tematiche storiche, culturali e socio-politiche relative all’unificazione nazionale, incentrate sulla rievocazione di due personaggi, Mons. Anton Durcovici (1888-1951), Vescovo di Iasi e martire, ed Eugenio Coseriu” (1921-2002), fondatore della linguistica testuale, protagonisti di quegli avvenimenti o delle loro dirette conseguenze.

Il Prof. Crociani Baglioni ha illustrato la successione e dinamica degli eventi bellici e dei loro risvolti politici e diplomatici, dalla “attesa” dell’intervento romeno nel 1916 a fianco dell’Intesa, alla conclusione della guerra e al Trattato di Pace con l’Austria-Ungheria e la Germania. La pace comportò l’annessione alla Romania di Transilvania e Bucovina. Si realizzò così la “România Mare” ossia la “grande Romania”, nella completezza con Bessarabia e Dobrugia dei suoi confini naturali, di nazione unita nell’idioma neo-latino storico dei romeni. Tale identità fu esaltata negli studi di Eugenio Coseriu, che nato a Mihăileni in Bessarabia nel 1921, seppe rappresentare la vocazione dei popoli romeni alla unità politica nel concerto delle loro regioni storiche. Come la Prof.ssa Eugenia Bojoga, nella sua lezione su “Il periodo italiano nella biografia intellettuale di Eugenio Coseriu” ha ricordato lo studioso.

Prof.ssa Eugenia Bojoga

Dopo il saluto d’ingresso di Sr. Helen Alford, l’Ambasciatore Zăpîrţan, chiar.mo storico e filosofo, ha ringraziato la Vice Rettore per l’ospitalità concessa. Nella sua conferenza dal titolo “L’unicità della creazione di uno Stato”, S.E. Zăpîrţan, citando Hegel, ha ricordato che “un popolo deve assumersi il proprio ruolo verso la storia universale avendo la consapevolezza della propria identità”. Così è il popolo romeno, con “la sua lingua, la sua spiritualità avendo radici nella cultura latina, greca ed ebraico-cristiana, un tesoro per l’intera cultura europea. […] La storia è anche un processo di scambio tra le nazioni; di opere filosofiche, artistiche, religiose, dello Spirito alto, ma anche dello spirito pratico – continua S.E. Zăpîrţan –. I popoli che sono riusciti a creare una grande storia sono i popoli che hanno strutturato correttamente la loro identità riuscendo ad esprimere il loro contributo alla storia universale, perseguendo e creando bene comune. Il “miracolo” di cui parla G. Brătianu non è la nascita del popolo romeno ma la sua presenza costante sullo spazio carpatico-danubiano-pontico – dice S.E. l’Ambasciatore –, la particolare resistenza ai fattori minaccianti la sua stessa esistenza”. Nonostante la dominazione degli imperi stranieri, “il popolo nelle dieci provincie romene ha vissuto il proprio sistema di valori, sintetizzati dal Prof. Mărgineanu con il concetto di “omenia” – ossia, quel complesso assiologico e attitudinale di amore per l’altro. Un amore radicato nella famiglia, che ha fondato la grande famiglia etnica, trasferita in simboli di unità nazionale. Un’unità intrinseca alla spiritualità, chiamata da L. Blaga “matrice stilistica propria”. Ed è proprio questa spiritualità – conclude S.E. Zăpîrţan – che portò le élite e il popolo romeno ad affermarsi e costituirsi in Stato unitario nel 1918”.

La situazione catastrofica prodottasi con gli esiti della seconda guerra mondiale fu innescata dallo sciagurato Patto Molotov-Ribbentrop del 1939, con cui si smembrava la Romania rispetto all’assetto unitario conseguito nel 1918. Subiamo ancora le conseguenze di quell’accordo.

Rev. Don Isidor Iacovici e Dott.ssa Veronica Ocneriu

La figura e l’opera del Mons. Durcovici (1888-1951), beatificato, il quale fu alunno dell’Angelicum (1906-1908), è stata illustrata dal Rev. Isidor Iacovici Postulatore della Causa di Canonizzazione del martire. Notevole fu l’apostolato religioso e sociale del prelato per la Romania tra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra, sotto la tirannia comunista di cui rimase vittima innocente.  Egli si spese nella formazione dei laici, degli intellettuali e dei futuri sacerdoti, da pioniere del pensiero tomista nella Romania cristiana unificata. Insegnando S. Tommaso, Durcovici dichiarò: “Chiunque apra la sua opera animato dall’amore sincero per la verità, la sua sete sarà pienamente appagata”.

È dunque l’impegno per la diffusione e conoscenza della verità che accomuna i due personaggi rievocati nel convegno; pur diversi per formazione ed appartenenti a generazioni successive.

Uno dei principi chiave che guidarono l’attività scientifica di E. Coseriu fu quello dell’obiettività: “dire le cose come sono” (τά ΄όντα ώς έ̀στιν λέγειν, dal Sophista di Platone). La sua instancabile ricerca della verità è oggi esempio non solo per i romeni. Le sue teorie sul linguaggio sono oggetto di studio nelle migliori università del mondo, dal vecchio al nuovo continente. Coseriu partì giovanissimo per l’Italia, che sarebbe diventata per lui come una  seconda Patria, conseguendovi due lauree. La condizione di emigrato fu determinante; universalmente riconosciuto come un “maestro di pensiero”, a conferma – di quanto dice il sociologo De Masi – che “il lato bello dell’emigrazione consiste nella possibilità di concretizzare piani irrealizzabili nella terra di origine, venendo a contatto con persone e luoghi inconsueti, capaci di alimentare la creatività con punti di vista differenti”.

Il convegno veniva moderato dal Prof. Fernando Crociani Baglioni, il quale assegnava, a conclusione dei lavori, gli interventi dell’uditorio composto dai ricercatori e studenti del Progetto „Studio Realtà” della FASS, diretto dalla Prof. Sr. Helen Alford, tra cui Alina Vărzaru, Mioara Moraru, Eduard-Vasile Dascălu, Măndica Neagu, Adriana Jugaru, Oana Iorga, Teodora Băiaș,  Irakli Javakhishvili. E da esponenti delle comunità romena e moldava in Roma.

Simona Cecilia Crociani Baglioni Farcaș

InfoFass

 

 

 

La Rivista InfoFass della Facoltà di Scienze Sociali ha pubblicato la cronaca del Convegno.

 

 

ROMANIA, UN QUARTO DI SECOLO DALLA RIVOLUZIONE


Il Conte Fernando Crociani Baglioni commenta la Diaspora romena in Italia. 

Eforie Nord, Constanța (Romania), 21 agosto 2014. Nell’ambito dell’incontro annuale dei romeni nel mondo, quest’anno definito “Diaspora Estival”, invitato dal Ministero degli Affari Esteri – Dipartimento Relazioni con i Romeni nel Mondo, il Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni ha concesso alcune interviste alle tv nazionali e private romene, esprimendo l’apprezzamento della società civile italiana per la comunità romena, detta la seconda forza lavoro in Italia.

Nella presente intervista realizzata da Alessandro Tesei, il prof. Crociani Baglioni, da storico e sociologo, commenta il fenomeno della Diaspora romena, con particolare riguardo al periodo successivo al 1989.

Roma, Ortodossi in festa alla Basilica di San Teodoro al Palatino, 2 marzo 2014


Solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da S.E. Rev.ma il Metropolita GENNADIOS, Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta

Invito

Invito

Il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli – Archiepiscopia Greco-Ortodossa d’Italia e Malta invita a San Teodoro al Palatino l’Istituto di Studi Storici Beato Pio IX , in persona del Presidente Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni , alla solenne Celebrazione Eucaristica , presieduta da S.E. Rev.ma il Metropolita GENNADIOS, Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta, che avrà luogo domenica 2 marzo 2014ore 10:30Via San Teodoro, 7 Roma.

Pontificale per la Causa di canonizzazione del Beato Pio IX Papa. Foto  ©marcellinofoto.it

Foto marcellinofoto.it©, Pontificale per la Causa di canonizzazione del Beato Pio IX Papa.

Protocollo per il servizio d’onore

Accademici e sodali dell’Istituto di Studi Storici Beato Pio IX : frac, decorazioni, gillet nero.
Signori Ufficiali: alta uniforme, decorazioni.
Ecclesiastici romano-cattolici: abito pìano.
Dame: abito nero con velo.

L’Istituto di Studi Storici Beato Pio IX, con il vessillo storico e relativa scorta, curerà il servizio d’onore alla Celebrazione eucaristica.

Sua Santità Papa Francesco con l'Ecc.mo Archimandrita Symeon KATSINAS©

Sua Santità Papa Francesco con l’Ecc.mo Archimandrita Symeon KATSINAS ©

SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II, prossimo Santo, concesse, già da un ventennio, la Basilica di San Teodoro al Palatino al Patriarcato Ecumenico Ortodosso, onde favorire l’integrazione religiosa e la vita spirituale degli ortodossi residenti in Roma e in Italia; in massima parte immigrati, provenienti dall’Europa Orientale. La Comunità Ortodossa persegue con i suoi Dignitari l’Ecumenismo e l’Unità dei Cristiani, in grande armonia e fratellanza con il Pontificato Romano. L’Ecc.mo Archimandrita Symeon KATSINAS è stato di recente ricevuto in udienza privata da SUA SANTITÀ PAPA FRANCESCO, a conferma del processo ecumenico, che vuole la completa armonia delle chiese d’Occidente e d’Oriente. La Celebrazione assume in Roma nella storica basilica paleocristiana uno speciale significato di fratellanza e Unità nel nome di N.S. Gesù Cristo. Ut Unum sint !

L’Istituto di Studi Storici Beato Pio IX  persegue, come da prescrizione statutaria, anche finalità di studio, dialogo e collaborazione con altre entità impegnate nell’ecumenismo, per l’unità dei cristiani. Numerosi sono stati i convegni, tavole rotonde, attività didattiche vòlte a tali finalità. Fin dalla sua costituzione nell’anno 2000, allorché il Pontefice Pio IX fu proclamato Beato da Sua Santità Giovanni Paolo II.

Nei confronti dell’Ortodossia, l’Istituzione ha sempre trovato grandi motivi di interesse e di reciproca apertura. Il dialogo si è andato infittendo negli anni, con le chiese orientali e le loro autocefale gerarchie nazionali. Dalla Grecia allaRussia ed Armenia, alla Palestina; dalla Romania e Bulgaria a tutto il mondo arabo-siriaco, balcanico e carpatico-danubiano;  copto-egiziano ed eritreo-abissino.

Così come sono continuati negli anni scambi e visite tra diocesi, associazioni, università, ordini religiosi e strutture del laicato romano-cattolico, greco-cattolico ed ortodosso.

Fernando Crociani Baglioni ©

viaRoma, Festa di San Teodoro al Palatino, 2 marzo 2014.

Bombardamento di Alfedena, il Prof. Crociani Baglioni relatore alla commemorazione


1943  –  8 ottobre  –  2013 : Tavola Rotonda “Storie per tramandare la Storia 

Alfedena, 11 Gennaio 2014 –  Alla celebrazione del 70° anniversario dell’inutile bombardamento anglo-americano sulla cittadina dell’Alto Sangro, che non uccise né il Feld-Maresciallo Kesselring, né alcun militare germanico, ma sterminò una quarantina di civili di Alfedena,

Alfedena, 11 Gennaio 2014. Nella foto: Prof. Fernando Crociani Baglioni e il Sindaco di Alfedena Ing. Massimo Scura, a sn.
Alfedena, 11 Gennaio 2014. Nella foto, a dx, il Prof. Fernando Crociani Baglioni e il Sindaco di Alfedena Ing. Massimo Scura, a sx.

il prof. Fernando Crociani Baglioni esordisce l’11 gennaio 2014 nella sala consiliare di Alfedena:  “Questa mattina Alfedena ha preso commiato da Mons. Camillo Lombardi. Oggi questo convegno storico rende più lieve il lutto cittadino, in quanto don Camillo fu artefice della ricostruzione di Alfedena; della comunità parrocchiale, della chiesa, come dello spirito degli alfedenesi martoriati dalla guerra !

Mons. Camillo Lombardi

Mons. Camillo Lombardi

Stiamo qui a ricordare la ferocia consumata la notte dell’8 ottobre 1943 contro questa popolazione civile inerme.

Nessuno comprese il ‘senso’ dei bengala lanciati dalla Royal Air Force sul paese dell’Alto Sangro, mezz’ora prima del lancio delle bombe da mezza tonnellata di tritolo. Un triste annuncio di morte e distruzione .  40 le vittime civili, almeno 200 i feriti, mutilati, dissanguati… questo il bilancio dell’attacco aereo inglese. Dopo 2 settimane quella popolazione, razziati gli uomini atti al lavoro coatto, fu sfollata dai tedeschi , su autocarri, verso Avezzano.

Ma anche sul capoluogo marsicano continuarono ad avventarsi le incursioni aeree anglo-americane. Il numero delle vittime salì, anche per denutrizione, malattie, fame, freddo e stress. Il contributo di sangue e lacrime reso da Alfedena è inenarrabile.

Rendiamo omaggio a tante sofferenze. Anche la mia famiglia materna ne fu coinvolta, in quanto si trovarono bloccati in Alfedena dall’annuncio dell’armistizio l’8 settembre 1943.”  Delle tre case di proprietà, la famiglia Brunetti, con 5 figli, pernottava in quella rimasta pressoché immune da danni, a borgo Veroli 6. Quella su largo della chiesa (attuale Largo Don Filippo Brunetti) fu disintegrata, e quella di via corone contigua alla congrega, era dalla famiglia stessa non abitata, e adibita a deposito di viveri.

il  Prof. Fernando Crociani Baglioni storico - giornalista, durante il suo intervento. A dx nella foto, Dott. Lucio Zagari; a sx, Ing. Massimo Scura Sindaco di Alfedena

il Prof. Fernando Crociani Baglioni storico – giornalista, durante il suo intervento. A dx nella foto, Dott. Lucio Zagari; a sx, Ing. Massimo Scura Sindaco di Alfedena

Prof. Fernando Crociani Baglioni

Prof. Fernando Crociani Baglioni

Fuggiti in montagna, il primo figlio Emilio Brunetti, studente universitario di Medicina, poi medico chirurgo, all’epoca congedato da allievo ufficiale, fu catturato dai tedeschi.  Ma nottetempo, da un campo in Castel di Sangro, mentre i soldati sonnecchiavano riuscì a fuggire, e attraverso le campagne riuscì a raggiungere il campo degli alfedenesi sfollati in montagna e i suoi familiari.

Furono condotti in Avezzano, abitarono in una villetta in campagna, prestata a mio nonno da un commilitone della grande guerra 1915-18. Ivi attesero l’occasione per rientrare a Roma, a febbraio 1944; mentre la capitale era ancòra sotto i bombardamenti americani e le razzie di uomini per le strade operate dai tedeschi.

L’incubo cessò il 4 giugno 1944 con quella che – entrati in Roma gli anglo-americani – chiamano liberazione, ma che noi continuiamo a chiamare la salvezza di Roma.

In fine l’appello alla pace, evocando il motto di Pio XII: OPUS IUSTITIAE PAX, la pace è opera della giustizia !

Programma

Locandina della Tavola Rotonda

Il Comune di Alfedena (L’Aquila) ha organizzato l’11 Gennaio 2014 una Tavola Rotonda di presentazione  della Mostra in atto nel Museo Civico della cittadina altosangrina celebrativa del 70° Anniversario del bombardamento.

La testimonianza del Dott. Lucio Zagari

La testimonianza del Dott. Lucio Zagari

Dopo il saluto del Sindaco Ing. Massimo Scura, hanno preso inoltre la parola il Prof. Cosimo Savastano, storico dell’arte, il Prof. Giuseppe Pardini dell’Università del Molise e il Prof. Gennaro Onofrio già docente di Letteratura Europea; l’imprenditore Dott. Lucio Zagari, ha dato una commovente testimonianza raccontando la storia e odissea della sua famiglia, perseguitata in quanto per parte materna di origine ebraica.  Ha moderato l’Arch.  Gabriella Melone, Assessore al Turismo e Cultura del Comune di Alfedena. Molti gli interventi e le testimonianze del pubblico di ogni età.

 11 Gennaio 2014, ore 17: Tavola rotonda,  presentazione del catalogo Mostra-Museo e proiezione documentario “Storie per tramandare la Storia”.

11 Gennaio 2014, ore 17: Tavola rotonda, presentazione del catalogo Mostra-Museo e proiezione documentario “Storie per tramandare la Storia”.

Video: Nobile Donna Dedé Manti De Amicis in “Storie per tramandare la storia”,  nel 70° Anniversario del bombardamento di Alfedena. Con il patrocinio del Comune di Alfedena.

Gli orfani d’amore e il gran cuore di Dedé

A più di 80 anni assiste gli anziani e le ragazzine senza famiglia, dividendosi tra Alfedena e Roma.
Una vita spesa tra l’impegno per gli altri, il teatro e la grande passione per Vittorio, suo compagno di vita per più di mezzo secolo.

E’ bella Dedé. Perché è luminosa. E’ come se avesse dentro un faro che accende la sua vita e quello che c’è intorno. Che non è poco, perché tra passato e presente ne porta di cose sulle spalle. A cominciare dagli anni, 79, vissuti intensamente oggi come nel periodo della guerra sempre con la stesso slancio. Adele De Amicis è una singolare figura di donna che si divide tra Alfedena (in provincia dell’Aquila) e Roma, perché le sue vite parallele si snodano in due posti differenti, amati allo stesso modo perché in entrambi c’è qualcuno che ha bisogno di lei e conta su di lei. Gli anziani in Abruzzo e le bambine senza famiglia nella capitale: sono queste le emergenze d’amore di cui si occupa quest’anziana signora, che si consegna con generosità e un’energia invidiabile a chi ne ha bisogno. Ad Alfedena affianca il personale della Rsa “San Pietro” nel prendersi cura degli ospiti e organizzando per loro momenti di svago con diverse attività, mentre a Roma è diventata un punto di riferimento per le suore carmelitane dell’Istituto S. Giuda Taddeo, una struttura che accoglie bambine abbandonate alla nascita o afflitte da disagi familiari. “Alle mie giovani e piccole amiche insegno dizione e recitazione – racconta – perché credo che il teatro rappresenti una grande ricchezza, affina l’animo, e ci rende più duttili. Io l’ho scoperto in età adulta, e mi ha dato tanto. Ecco perché desidero che le mie ragazze imparino a conoscerlo e amarlo da giovanissime”. Lei non lo dice, ma non rappresenta solo un punto di riferimento culturale per loro, perché è lì pronta a raccogliere e soddisfare le piccole necessità di queste figliolette, che gioiscono come tutte le coetanee per un gioco o uno swatch.
E con gli anziani di Alfedena, invece, che c’entra questa ragazza che veleggia verso gli ottanta? “La rsa è un po’ come la mia seconda casa – aggiunge – dove vado più volte al giorno per dare una mano al personale, per fare compagnia agli ospiti, ascoltare e se serve consolare: le persone sole, per di più avanti negli anni e lontane dai propri affetti, possono condividere un’angoscia più con una coetanea che con gli assistenti, e quindi offro loro il mio conforto, oltre che preoccuparmi di rappresentare al personale determinate esigenze magari non colte appieno. Ho la fortuna di avere ancora energia e autonomia, e desidero spenderla per chi ne può trarre giovamento”. E’ una questione di cuore, di sentire. Che può capire solo chi è sulla stessa frequenza e intercetta la lunghezza d’…amore di Dedè, che sta bene ed è se stessa solo quando riesce a declinare il suo verbo preferito: fare. E’ l’essenza della sua vita, che dice essere un grande dono di cui gioire. E che non sia sempre facile lei lo sa bene, perché di prove, durissime, ne ha avute eccome, nel passato remoto e in quello prossimo, ma guai a lasciarsi piegare. Darsi per vinta no, non le viene proprio, e meno male. Perché la sua ribellione è anche creativa. E permette di riempire i vuoti. Adesso se n’è inventata un’altra per soffrire meno l’assenza del marito, Vittorio Manti, scomparso qualche anno fa: raccogliere e pubblicare le sue lettere d’amore. Glie ne aveva scritte 350, molte delle quali negli anni della guerra, quando lui, federale fascista, sperimentò alterne fortune, da potente a perseguitato, ma sempre sostenuto dal desiderio di poter condividere la sua vita con lei. Ci riuscì, e hanno trascorso insieme 57 anni: “Ho vissuto con lui con lui la più meravigliosa delle vite – confida Dedè – e la ripercorro rileggendo quelle lettere e rivedendo gli acquerelli dipinti per me”. Anche i quadri di Vittorio sono raccolti nel libro, che tratteggia un uomo e una donna diversissimi eppure complementari, due parti di un unicum che ha attraversato indenne il tempo e le avversità. Scrive Vittorio: “In questo contatto d’anime un senso di fierezza mi prende nel sentire che sei come ho sempre voluto e pensato la mia donna, e come vorrei fossero molte donne italiane…. Io ti amo, piccola creatura del mio cuore, e sento che mi sei compagna in questo mio travaglio, e che lo sarai ancora di più quando cammineremo e costruiremo insieme….”. Aveva ragione lui: era il 1944, e non sapeva ancora che avrebbe vissuto oltre mezzo secolo accanto a quella donna. Non si sbagliava, era lei quella giusta che gli avrebbe regalato una bella storia. Come quelle, piccole, che oggi continua a regalare a chi capita nella sua orbita. Fonte: http://liciacaprara.wordpress.com/2011/05/03/gli-orfani-d%E2%80%99amore-e-il-gran-cuore-di-dede/

ALFEDENA, IL PROF. CROCIANI BAGLIONI CELEBRA IL 70° DEL BOMBARDAMENTO


Alfedena , Chiesa madre

Alfedena , Chiesa madre

11 Gennaio 2014, ore 17: Tavola rotonda,  presentazione del catalogo Mostra-Museo e proiezione documentario “Storie per tramandare la Storia”. Per non dimenticare.

Programma

70° Anniversario del bombardamento di Alfedena. Con il patrocinio del Comune di Alfedena

 

1943  –  8 ottobre  –  2013 : “Storie per tramandare la Storia

 Il Comune di Alfedena (L’Aquila) organizza una Tavola Rotonda di presentazione  della Mostra in atto nel Museo Civico della cittadina altosangrina celebrativa del 70° Anniversario del bombardamento.  E’ previsto un panel ricco di relatori tra cui l’Ing. Massimo Scura Sindaco di Alfedena, il Prof. Giuseppe Pardini dell’Università del Molise, lo scrittore Simon Pocock, il Prof. Gennaro Onofrio già docente di Letteratura Europea, il  Prof. Fernando Crociani Baglioni storico, giornalista, scrittore.  Modera  Gabriella Melone, Assessore al Turismo e Cultura.

Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni

Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni

Il parterre di studiosi  illustrerà il contesto storico degli avvenimenti decisivi della Seconda Guerra Mondiale sul fronte di guerra italiano e specificatamente sullo scenario della Linea Gustav, stesa a difesa dalle forze dell’Asse sulla linea montuosa che andava dalla foce del Liri attraversando l’Appenino, Montecassino, catena delle Mainarde e della Meta,  corso del Sangro, sino all’Adriatico all’altezza di Ortona.

 

ON. RICCARDO MASTRANGELI SMASCHERA I FALSI CAVALIERI DI MALTA


“TUITIO FIDEI, OBSEQUIUM PAUPERUM”. DIFESA DELLA FEDE, SERVIZIO AI POVERI E AGLI INFERMI.

On. Dott. Riccardo Mastrangeli e Nob. Prof. Fernando Crociani Baglioni

On. Dott. Riccardo Mastrangeli e Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni

Contro le imitazioni truffaldine della sacra milizia che da nove secoli inalbera la bandiera crociata-ottagona simbolo delle Otto Beatitudini. Contro chi , truffando gli ingenui e i vanitosi ignari, osa arrogarsi il nome glorioso del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Gerusalemme, detto di Rodi, detto di Malta, per innominabili finalità di illecito lucro. Contro chi osa contrabbandare il nome dell’Ordine religioso che in tutto il mondo assiste i poveri, i bisognosi, gli ammalati, ed è protetto dalla Santa Sede e riconosciuto da 120 stati nel mondo, si levi la protesta dei cittadini, l’iniziativa delle istituzioni, la sollecitudine delle Autorità di pubblica sicurezza e giudiziarie. Difendendo la Fede nell’Anno della Fede, e le nostre primarie finalità di assistenza ospedaliera e beneficenza, difendiamo il buon nome della nostra tradizione melitense. Viva il Sovrano Militare Ordine di Malta !

conte prof. FERNANDO GIULIO CROCIANI BAGLIONI
cavaliere di grazia e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta

Ciociaria Oggi, Giovedì, 6 giugno 2013

Ciociaria Oggi, Giovedì, 6 giugno 2013

Riceviamo e pubblichiamo dalla Delegazione Granpriorale di Veroli, con giurisdizione sul Basso Lazio del Sovrano Militare Ordine di Malta notizia dell’inchiesta giudiziaria condotta dall’Arma dei Carabinieri Compagnia di Trastevere Roma, che originò dalla denuncia dell’On. Dottor Riccardo Mastrangeli Responsabile Territoriale per la Provincia di Frosinone del Sovrano Ordine.

Cari Confratelli, Volontari e Amici tutti,

In allegato troverete la rassegna stampa di oggi concernente l’inchiesta sul falso Ordine di Malta scoperto e denunciato dalla nostra Delegazione di Veroli. L’investigazione ha portato allo smantellamento di una pericolosa organizzazione clandestina ed all’arresto di nove persone in tutt’Italia da parte dell’Arma dei Carabinieri e della Magistratura. 

Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di conferimento illecito di onorificenze e decorazioni cavalleresche, truffa e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Confraternamente.

  IL DELEGATO 

M.se Alessandro Bisleti 

Ciociaria Oggi, 6 giugno 2013, pag. 7

Ciociaria Oggi, 6 giugno 2013, pag. 7

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Il Messaggero - edizione Frosinone, 6 giugno 2013, pag. 39

Il Messaggero – edizione Frosinone, 6 giugno 2013, pag. 39

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La Provincia - quotidiano, 6 giugno 2013, pag. 5

La Provincia – quotidiano, 6 giugno 2013, pag. 5

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Latina Oggi, 5 giugno 2013, pag. 16

Latina Oggi, 5 giugno 2013, pag. 16

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Amministrative 2013, Crociani Baglioni per Fratelli d’Italia al I Municipio di Roma


Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni durante la conferenza, Rocca di Papa, 25 settembre 2011

Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni durante una conferenza a Rocca di Papa, 25 settembre 2011

Candidato per Fratelli d’Italia al I Municipio del Comune di Roma (scheda rosa), il Conte Fernando Crociani Baglioni ha sempre avuto fama di uomo determinato, saldo nei propositi e molto franco in quel che dice, evitando inutili ed equivoche “diplomazie” che sono spesso foriere di equivoci, soprattutto da parte di chi non vuol sentire o non capire. Quindi, meglio la trasparenza solida, nuda e cruda. Uomo difensore di grandi tradizioni, adesso tenta la scalata al Consiglio comunale. Il suo motto: Dio, Patria, Famiglia.

Perché votare il Conte Fernando Crociani Baglioni, quali punti fermi, ideali, propositi la rappresentano?

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Elezioni 2013, Consul Press intervista FERNANDO CROCIANI BAGLIONI


 

  Presidente del “Centro Studi Storici e Politici Internazionali” – Candidato nel Lazio al Senato con  “FRATELLI d’ ITALIA”

TESTATA

*Fernando Crociani Baglioni. Romano, 64 anni, giornalista, scrittore, storico, sociologo.

 

1. D.–Illustre Professore, data la nostra antica conoscenza, crediamo poter “darci del Tu” ed ecco la prima domanda: quali sono le tue considerazioni in merito alla abdicazione (o ritiro)  di questo nostro Grande Pontefice ?

R. – Non posso esprimere personali considerazioni, ma lo stato d’animo sì: lo stupore, lo sgomento di miliardi di credenti di fronte al grave precedente, dopo 717 anni. Un forte senso di smarrimento. Ma forte è  la fede nel Mistero del Pontificato, quale Vicariato di Gesù Cristo.  Non praevalebunt !

2. D. – Quali sono le tue previsioni per il prossimo Conclave ?

R. –E’ opera dello Spirito Santo. Preghiamo per un Pontefice forte di carattere. Fermo e deciso, disposto al sacrificio e al martirio: dalla Croce non si scende ! Come insegnò il Beato Pontefice Giovanni Paolo II.  Pilota della Barca di Pietro che affronti impavida le procelle dei tempi, le tempeste della storia.

3. D.– Passiamo ora ad un tema di immediata attualità politica: perché, in questa competizione elettorale, la tua scelta con “Fratelli d’Italia” ?  e quali sono i punti programmatici e nobilitanti che differenziano questo nuovo raggruppamento rispetto agli altri schieramenti del tradizionale centro destra in Italia ?

R. – Nobilitanti sono le liste pulite, di gente perbene, specchiata.I punti programmatici li ho esposti nel mio documento pubblicato anche su facebook, in internet, sulle agenzie di stampa nazionale ed estera. Democrazia diretta, presidenzialismo, riduzione del numero dei parlamentari, abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, partecipazione dei lavoratori agli utili e alla gestione delle aziende, giustizia sociale e fiscale, equa redistribuzione e ripartizione della ricchezza. Stroncare i costi della politica, stroncare le mafie militarmente e giudiziariamente anche con leggi eccezionali; sconfiggere il terrorismo vecchio e nuovo, fondamentalista e jahidista. Sostenere le nostre Forze Armate e dell’Ordine. Rafforzare l’impegno dell’Italia nelle missioni di pace nel mondo, a fianco delle nazioni amiche ed alleate. Accoglienza agli stranieri e tutela della nostra identità. Integrazione nel rispetto delle peculiarità culturali e religiose. Fomentare l’istruzione, la ricerca e l’educazione permanente con il recupero di arti e mestieri. Diritto alla casa e al lavoro per tutti. Politiche per la famiglia, di sostegno alle giovani coppie, difesa della vita dal concepimento alla sua naturale estinzione. Difesa dell’archetipo di famiglia composta da uomo e donna.

4. D. – Ritieni possibile una parziale intesa o collaborazione da parte di “Fratelli d’Italia”, anche successivamente,con altri due Raggruppamenti e, precisamente con “Io Amo l’Italia” di Magdi Cristiano Allam e M.S.–Fiamma Tricolore” sui temi della “Sovranità Nazionale” e “Sovranità Monetaria”,speso volutamente ignorati dai partiti tradizionali ?

R. –Certamente. Siamo forze assolutamente omogenee,  animate dai valori cattolici, nazionali, solidaristici e sociali,  di difesa della vita e della famiglia, considerati beni non negoziabili.

5. D. – Quali sono le tue eventuali critiche personali verso il precedente Governo Berlusconi ed in genere verso il “BERLUSCONISMO” che più volte (per comportamenti ed atteggiamenti, nonché per scelte dei propri ministri e/o di varie candidature) non è stato – a mio giudizio – all’altezza dei propri compiti e del proprio rango istituzionale ?

R. –E’ necessario il superamento generazionale, con la riaggregazione di tutte le sigle del Centrodestra, con l’intesa di tutte le scuole e culture post-ideologiche, nazionali, cattoliche, socialdemocratiche e liberali,  nell’ambito del popolarismo europeo.

6. D.Per concludere, se vuoi, poniti tu una domanda che avresti desiderato ricevere ed anche la relativa risposta.

R.– A chi mi chiede cosa sia più urgente, rispondo: senz’altro il lavoro ai giovani, stroncando disoccupazione, precariato e sottoccupazione  ed ogni forma di sfruttamento del lavoro a cominciare da quello intellettuale.  Nazionalizzazione delle banche, credito sociale, salario d’ingresso e casa popolare alle nuove famiglie;  abbattere le pletoriche burocrazie, tese a  soffocare la qualità della vita dei cittadini, soprattutto delle classi più deboli, giovani, anziani e disabili. Politiche demografiche, di sostegno alla nascita dei figli, per gli anziani, di assistenza domiciliare, riordinando la spesa sanitaria e socio-assistenziale con riduzione della spedalità. Basta coi costi sproporzionati della politica, di benefit, auto blu, privilegi,  e della miriade di sovrapposizioni amministrative,  province ed enti  inutili. Sostegni all’arte, allo sport, rilancio cooperativistico dell’agricoltura e dell’artigianato.

Grazie e “in bocca al Lupo” !  (intervista a cura di Giuliano Marchetti – www.consulpress.it)

 

Lettera di Fernando Crociani Baglioni

Vedi www.consulpress.it