IL KOSOVO: LE SFIDE E LE INTEGRAZIONI EURO-ATLANTICHE
organizzata dalla Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica del Kosovo, a Roma presso il Salone delle Conferenze della SIOI – Palazzetto di Venezia – Piazza San Marco, 51.
Venerdì 11 novembre 2011 alle ore 16.00.
Indirizzo di saluto: Ambasciatore Marcello Salimei, Segretario Generale SIOI.
Intervengono:
S.E. Albert Prenkaj, Ambasciatore della Repubblica del Kosovo;
Dr. Adriatik Kelmendi, Giornalista del “Koha ditore”;
Dr. Alessandro Politi, Analista Strategico e Docente di Geopolitica;
Grave violazione del diritto internazionale e al diritto dei popoli alla libertà, indipendenza e autodeterminazione.
(EUROITALIA – ROMA, 5 NOVEMBRE 2011, Simona C. Farcas) – Il Kosovo è de jure e de facto un soggetto di diritto internazionale, vale a dire uno Stato sovrano, riconosciuto dalle Nazioni Unite, e dal consorzio mondiale delle nazioni. Intrattiene relazioni diplomatiche con le massime potenze del mondo, con la Santa Sede, annovera seggio all’ONU, annovera un capo di Stato, un parlamento e un governo legittimi democraticamente eletti sotto la vigilanza delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea ed il controllo di legalità, ordine pubblico, difesa dei confini, amministrazione di polizia e giustizia e rispetto e tutela dei diritti umani secondo i parametri dei popoli civili, da parte della NATO, che lo liberò dall’aggressione genocida del vecchio regime serbo.
Pertanto riteniamo che ogni azione politica, da parte della Serbia, in forma tanto allarmante affiancata dall’attuale presidente della Repubblica di Romania, Traian Basescu, violi il diritto internazionale vigente, la legalità internazionale, e costituisca l’unica e vera minaccia e reale pericolo per la stabilità e la pace nei Balcani.
Deploriamo l’iniziativa del signor Basescu, come dichiarato nei giorni scorsi a Belgrado in visita di Stato; ritenendo che tale assurdo e illegittimo sostegno contrasti con la volontà e i sentimenti della stragrande maggioranza del popolo rumeno, geloso custode con la sua Rivoluzione del 1989, e con le sue tradizioni di libertà, che risalgono al nostro Risorgimento del 1862, della democrazia, dei diritti umani e dell’autodeterminazione dei popoli.
S.E. Albert Prenkaj Ambasciatore della Repubblica del Kosovo in Italia (il secondo da destra guardando la foto)
Riteniamo con grande sentimento di amicizia verso tutte le nazioni carpatico-danubiane e balcaniche, che il Kosovo come la Bosnia-Erzegovina, abbiano già fin troppo sofferto pulizia etnica, stragi, genocidio, fosse comuni, innumerevoli perdite umane di vittime innocenti dalla ferocia di taluni capi militari e politici serbi; perseguiti dalla giustizia internazionale, dal Tribunale penale internazionale dell’Aja, con mandati di cattura affidati all’Interpol e processi in atto. Tanto da aspirare con legittimità, diritto alla libertà, alla vita e alla giustizia, ad un’esistenza libera, indipendente e pacifica, scevra da minacce dai paesi vicini, secondo il diritto dei popoli.
Respingiamo con forza le minacce dei novelli Milosevic, facendo appello all’Unione Europea affinché valuti, pur dopo la tardiva e strumentale consegna di uno degli ultimi criminali serbi, responsabile delle stragi degli anni 90 in Bosnia, ravvisata la poca o nulla attendibilità dello stesso governo serbo in tema di diritti umani e democrazia, il caso di non ammettere la Repubblica di Serbia nell’Unione, respingendone le richieste, ed invece accelerare, anche in premio delle sofferenze subìte da un ventennio sì travagliato, l’ammissione della Repubblica di Kosovo nella stessa Unione Europea; come è nei voti dei popoli liberi e democratici dell’Europa.
Mentre esortiamo i kosovari ad essere pronti e vigilare, prepararsi ad eventuali aggressioni che certamente troverebbero la resistenza eroica e il patriottismo dei kosovari, degli albanesi e macedoni, come dei popoli balcanici amici e alleati.
Facciamo appello alle Nazioni Unite, all’Unione Europea, all’Alleanza Atlantica, e specialmente agli Stati Uniti d’America, di vigilare attentamente sulle eventuali pericolose intenzioni guerrafondaie di chi attenta al diritto di autodeterminazione dei popoli.
S.E. l’Ambasciatore della Repubblica del Kosovo in Italia, Albert Prenkaj (guardando la foto, il terzo da destra ), con la Dott.ssa Simona Cecilia Farcas, il Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni. Fonte: Ambasciata della Repubblica del Kosovo in Italia, http://www.ambasada-ks.net/it/?page=4,8,58
I romeni democratici, nel 93esimo anniversario della vittoria del novembre 1918, Festa dell’Indipendenza della Romania (1 dicembre), esprimono con forza la solidarietà al Kosovo democratico per la sua esistenza libera, tranquilla e sicura, in pace con tutte le nazioni dell’area balcanica completamente integrato nell’Unione Europea.
Roma, 5 novembre 2011
Sondaggio: Pensi che il Kosovo debba essere riconosciuto dalla Romania, come lo è dall’ONU, dall’UE e dalla NATO?
Riceviamo e pubblichiamo – Si rende noto che, dalle 8 del giorno 22 marzo sino alle 24 del 31 dicembre, i datori di lavoro possono presentare le domande di nulla osta per lavoro stagionale previste dal decreto flussi 2011, utilizzando l’apposito programma disponibile per il download all’indirizzo: http://nullaostalavoro.interno.it/Ministero/download.
Le quote destinate alla provincia di Viterbo sono numero 160.
Si ricorda che sarà possibile, da parte dei datori di lavoro, rivolgersi alle associazioni firmatarie dei Protocolli d’Intesa con il ministero dell’Interno e con il ministero della Solidarietà Sociale per essere assistiti nel disbrigo delle pratiche.
Infatti, con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri riguardante la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali nel Territorio dello Stato per l’anno 2011, è prevista l’entrata in Italia di lavoratori extracomunitari stagionali entro la quota massima di 60mila unità, da ripartire tra le regioni e le province autonome con provvedimento del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
La quota riguarda:
a)I lavoratori subordinati stagionali non comunitari di Serbia, Montenegro, Bosnia- Herzegovina, Repubblica ex Yugoslava di Macedonia, Repubblica delle Filipppine, Kosovo, Croazia, India, Ghana, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Ucraina, Gambia, Niger e Nigeria.
b)I lavoratori subordinati stagionali non comunitari dei seguenti Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria: Tunisia, Albania, Marocco, Moldavia ed Egitto.
Il decreto in argomento dispone (articolo 2) che, sempre nell’ambito della quota prevista di numero 60mila ingressi, siano ricompresi anche i lavoratori non comunitari, cittadini dei paesi indicati nelle lettere a) e b) che abbiano fatto ingresso in Italia per prestare lavoro subordinato stagionale per almeno due anni consecutivi e per i quali il datore di lavoro presenti richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro stagionale.