CRISTO È RISORTO! PASTORALE DEL VESCOVO SILUAN, DIOCESI ORTODOSSA ROMENA D’ITALIA


Nella Settimana Santa della Pasqua Ortodossa, abbiamo ricevuto e pubblichiamo la Pastorale di Pasqua di S.E. † SILUAN

Per grazia di Dio, Vescovo della Eletta da Dio Diocesi Ortodossa Romena d’Italia,

Piissimo Ordine Monastico,

Reverendissimo Clero, e tutti coloro che ascoltano
o leggono questa Lettera Pastorale,

Grazia a voi, pace e gioia da Cristo il Risorto dai morti! E da noi, paterna benedizione, assieme all’antichissimo saluto:
CRISTO È RISORTO!

Ogni cristiano si rallegra della Resurrezione del Signore e cerca, come può e per quanto
comprende, di onorarla e solennizzarla. Ma, per la maggior parte dei battezzati, si è come
generalizzata la pratica di „prendere la luce”, di portare per la benedizione il cesto con le leccornie
pasquali, preparare la casa e di coprire la tavola di diverse bontà, secondo „le antiche tradizioni”.
Ci si pone la domanda: che legame c’è tra tutto ciò e il Cristo Risorto? Questo è il senso
secondo il quale Lui si è incarnato, si è fatto uomo, svuotò Sé stesso, prendendo forma di servo,
divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò Sé stesso, facendosi
ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce (Fil. 2, 7-8)?
Non è forse un prezzo troppo grande per un beneficio troppo piccolo? O forse abbiamo perso
di vista ciò che ha portato la venuta nella carne, a noi, di Dio? Forse abbiamo abbandonato la legge
di Dio per mantenere la tradizione nostra (cf. Mc. 9, 7)? Non siamo forse più fedeli, a volte, verso le
„usanze” e le „tradizioni”, alle ricette di cozonac (pandolce) e i sarmale (involtini di verza), ereditati dagli avi, che non verso le leggi redentrici che ci ha comandato Dio, per mezzo del Figlio (cf. Ebr. 1,
2), faccia a faccia (cf. 1 Cor. 13, 12)? Ma no!… Ma se fosse così, ora – o mai più – è il momento di
riconsiderare il senso per il quale il Signore è disceso dal cielo e Si è incarnato, dallo Spirito Santo e
dalla Vergine Maria Si è fatto uomo (Si è umanizzato). E il Credo, dal quale ne abbiamo appena citato
le parole, ci dice anche il senso di tutto quello che per noi è stato fatto: la croce, la tomba, la
resurrezione al terzo giorno, l’ascesa al cielo, la sessione alla destra (del Padre) e persino il senso
della (Sua) seconda e gloriosa venuta. E la risposta è: per noi uomini e per la nostra salvezza! Poiché
il nostro Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità (1
Tim. 2, 4).
Ma ancora c’è qualcuno che desidera salvarsi e giungere alla conoscenza della verità?
Certamente, coloro che ascoltano o leggono questa lettera pastorale risponderanno: “Io sì”!
“Anch’io”! “Anch’io”! … Ma la salvezza e, specialmente, la via che essa esige sono diventate, per
tanti tra coloro che definiscono sé stessi “fedeli”, “nozione astratta”, che solo coloro che studiano
teologia glielo potrebbero spiegare, se non addirittura anche questi non lo facciano solo in modo
teorico… Sapranno ancora le nonne o le mamme cristiane insegnare ai nipoti o i figli – o le madrine
insegnare ai figliocci – a dire il Credo e, di più, sapranno forse spiegargli il senso di ogni singolo
articolo di cui esso è composto? È possibile che sappiano ancora farlo… Ma la prassi ci mostra che
la maggior parte delle nonne, mamme o madrine, con le quali noi ci incontriamo, hanno difficoltà a
recitare il Credo, dall’inizio alla fine, senza tentennamenti e senza il supporto del “testo”, e non hanno
la capacità di spiegare ai nipoti e, rispettivamente, ai figli o figliocci, gli articoli che compongono il
Credo.
Vista la situazione, è il caso che non si faccia passare questa Solennità perché ci rimangano
nell’anima solo i ricordi gastronomici. Mettiamo, dunque, nel cuore le seguenti verità di fede:
Il nostro Dio è, nella Sua essenza, AMORE! Padre, Figlio e Spirito Santo pongono in essere
(creano) sono nell’amore e per l’amore! E l’amore che sgorga dal seno della Santa Trinità non è
egoista, ma si è riversato e si è “materializzato” nel mondo in cui viviamo e nell’universo che ci
circonda. Ma il mondo creato da Dio ha ricevuto un “signore”: l’Uomo, fatto a immagine di Dio e
dotato di tutto ciò che è necessario per assomigliare a Colui che lo ha creato. Il rapporto di Dio con
l’uomo, fatto a Sua Immagine, era basato sull’amore e sulla fiducia. A l’uomo Dio ha affidato il
paradiso e ogni essere vivente da Lui creato. Per provare e rafforzare l’amore e la fiducia dell’uomo
nei Suoi confronti, il Signore gli ha dato un singolo comando, dal quale dipende la stessa sua vita:
dall’albero della conoscenza del bene e del male non mangiare, il giorno in cui ne mangiassi, senza
dubbio morirai! (Gen. 2, 17). Ma l’uomo ha avuto più fiducia della creatura (il serpente di cui ne era
il custode/signore) che del Creatore – Dio. Da ciò, il rapporto d’amore tra l’uomo e Dio si è
compromesso, e l’uomo ha perduto, insieme all’immortalità corporale, anche l’incorruttibilità,
divenendo, così, mortale e corruttibile (soggetto all’invecchiamento).
Ma Dio-Amore non rinnega Sé stesso e rimane fedele al principio con cui ha costruito il
rapporto con l’uomo. Dio rimane fedele e amorevole verso l’uomo, non ostante la sua caduta, e
mantiene, nella coscienza dell’uomo, la speranza del riscatto e della liberazione da ogni privazione
sopraggiunte insieme alla cacciata dal paradiso e la rottura del patto d’amore e fiducia verso il suo
Creatore. E non appena trova uno spirito preposto ad accordare fiducia nel suo Creatore, il Signore
gli rivela la propria fiducia nell’uomo, giungendo fino a spogliare Sé tesso, assumere la condizione
di servo e divenire simile agli uomini; a assumere la forma di uomo (cf Fil. 2, 7). Dall’obbedienza e
la fiducia della Vergine Maria – nuova Eva – l’eterno Figlio del Padre – nuovo Adamo – risponde
facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce (Fil. 2, 8). Così, per mezzo della venuta
nella carne del Figlio di Dio, si rinnova l’Uomo, si rinnova l’umanità fatta a immagine di Dio e si
apre, ad ogni figlio o figlia del vecchio Adamo, la possibilità di innestarsi nel Corpo del Nuovo
Adamo, affinché la linfa della Vite nuova e eterna giunga in ognuno degli altri membri.


Per questo, il Signore e Redentore nostro ci dice:
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in Me e Io in lui, fa molto frutto, perché senza di Me
non potete far nulla. Se rimanete in Me e le Mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e
vi sarà dato (Gv. 15, 5; 7).
Il principio dell’amore tra Dio e uomo, come abbiamo potuto vedere dall’inizio, si fonda sulla
custodia della parola – i comandamenti – di Dio: Se uno Mi ama, osserverà la Mia parola e il Padre
Mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv. 14, 23). Chi accoglie i Miei
comandamenti e li osserva, questi Mi ama (Gv. 14, 2). Le parole che vi ho dette sono spirito e vita
(Gv. 6, 63). Sullo stesso principio si fonda anche il rapporto di ciascuno di noi con il nostro Redentore
e Dio. L’essere credente non si riduce solo al credere che Dio “esiste”. Essere credente significa aver
fiducia nel Signore, nelle Sue parole, significa custodire i Suoi comandamenti, vale a dire, costruire
su di essi i principi del pensare e del vivere, e non affidarsi a parole o opinioni o “il consiglio” di altri
più che a quello che il Signore dice o comanda.
Il rapporto di comunione con il nuovo Admo e la condivisione con Lui dipende da un nuovo
comandamento di salvezza, dato dal Signore ai Suoi discepoli, nella notte in cui fu venduto – più
precisamente quando Egli stesso Si è dato per la vita del mondo- allora, Egli prese il pane e, rese
grazie, lo ha spezzato ed ha detto: Prendete, mangiate, questo è il Mio corpo che si spezza per voi.
Fate questo in memoria di Me. Allo stesso modo con il calice, dopo la cena, e disse: Questo calice è
il nuovo testamento, nel Mio sangue. Questo fate, ogni volta che ne berrete, in memoria di Me. Poiché,
ogni volta, se mangerete questo pane e berrete questo calice, annuncerete la Mia morte,
testimonierete la Mia resurrezione, fino al Mio ritorno (1 Cor. 11, 23-26 e Liturgia di San Basilio il
Grande). Questo comandamento di salvezza si ricorda ed attualizza ad ogni Divina Liturgia, e
soprattutto il primo giorno della settimana (cf. Atti 20, 7), seguendo quanto stabilito fin dal tempo
degli apostoli, quando quanti da essi battezzati, Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli
apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere (Atti 2, 42).
È essenziale comprendere che, se il rimanere di Adamo nel paradiso dipendeva dalla
custodia/vivere il comandamento, “Non mangiate”, allo stesso modo, anche il rimanere innestati al
Corpo di Cristo – la Chiesa – dipende, questa volta, dalla custodia/vivere il comandamento
“Mangiate”. Questa è la ragione per la quale la Chiesa ha stabilito, con il canone 9 Apostolico e il
Canone 2 del Sinodo di Antiochia (341), che coloro che, partecipando alla Liturgia, non si
comunicano con Santo Corpo e con il Santo Sangue di Cristo Redentore, siano allontanati, come chi
disobbedisce, fino a quando non si convertono/pentono e chiedano perdono, per essere ammessi di
nuovo. Proprio come ci dice il Signore: Rimanete in Me e Io in voi. Chi non rimane in Me viene
gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano (Gv. 15, 4;
6). In verità, in verità vi dico: se non mangiate il corpo del Figlio dell’uomo e non bevete il Suo
sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia il Mio corpo e beve il Mio sangue ha la vita eterna ed
Io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché il Mio corpo è vero cibo e il Mio sangue vera bevanda
(Gv. 6, 53-55).
La comunione con la Parola del Signore e con il Corpo e Sangue Suo significa, ogni volta che
lo facciamo, comunione con la Vita di Colui che per noi ha sofferto, ha vinto la morte e, per mezzo
di essa, il peccato; è risorto il terzo giorno, è asceso al cielo, siede alla destra del Padre e di nuovo
verrà, nella gloria, per chiamare a Sé, per l’eternità beata, tutti coloro che hanno amato la sua
manifestazione (Cf. 2 Tim. 4, 8).
Il “luogo” in cui il cristiano desideroso di salvezza compie quello che abbiamo ricordato qui
sopra non è altro che la “Divina Liturgia”. Qui egli ha l’occasione di comunicarsi, in modo
“condensato”, e concreto, con l’insegnamento e il cibo spirituale necessario per rimanere in comunione con il Corpo di Cristo, nel quale fu innestato per mezzo del battesimo, e con tutte le altre
membra che appartengono al medesimo Corpo. Da questo luogo sgorga ogni festa, ogni iniziativa,
ogni nuovo inizio di vita del cristiano, ad una condizione: Che la partecipazione nostra alla Divina
Liturgia non sia mai passiva, cioè come ad uno spettacolo, ma attiva, concreta, tanto nella
preparazione interiore, quanto con la preghiera, con il nutrimento della Parola del Signore e con la
comunione al Santo Corpo e Prezioso Sangue di Cristo Redentore, affinché, uscendo in pace,
benediciamo il nome del Signore e lo annunciamo al mondo nel quale ci è dato di vivere.
Vivendo in questi principi, colui che vuole salvarsi può accumulare conoscenze con la lettura
e il nutrimento con la Parola del Signore, può “esercitarsi” (disporsi) ad ogni buona azione gradita al
Signore; può munirsi con tutte le armi di Dio, affinché possa stare saldo contro le insidie del diavolo
(cf. Efes. 6, 11); può purificare la sua anima, in modo continuo, attraverso la Confessione e la
Comunione, e può, così, festeggiare pienamente la Resurrezione del Signore, pregustando, sin d’ora,
le delizie del Regno eterno del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
È rigorosamente necessario che noi, noi che ci definiamo – e desideriamo esserlo – “fedeli”,
ci riappropriamo, in modo più dinamico, dell’identità di figli di Dio e seguiamo i passi del nostro
Signore e Redentore, spalancando e aprendo anche noi i nostri cuori (cf. 2 Cor. 6, 13), per ricevere
in essi, con compassione, le sofferenze dei nostri simili e dell’intero genere umano – che è tanto
fiaccato a causa della caduta del vecchio Adamo e soffre in modo indicibile – affinché si riversi su di
esso la gioia nostra, quella di avere nel mondo il Redentore, il Nuovo Admo che prende su di Sé il
peccato e la sofferenza del mondo e, per mezzo delle Sue piaghe, fascia le piaghe dei cuori spezzati,
proclama il perdono agli schiavi, ai ciechi ridà la vista, consola tutti coloro che sono nel pianto e
unge di gioia quanti nella tristezza (cf. Is. 61, 1-2; Lc. 4, 18). La nostra preghiera, la compassione e
la benevolenza di ognuno di noi, contano nel mare della sofferenza che ci circonda, e si uniscono con
lo scorrere di grazia e di consolazione, che sgorgano dalle piaghe del Redentore che è risorto dai
morti!
O Cristo, Pasqua grande e Santissima! O Sapienza e Parola di Dio e Potenza; donaci, in
modo pieno, di comunicare con Te, nell’intramontabile giorno del Tuo regno!
A Lui si addice tutta la gloria, l’onore, la gratitudine e l’adorazione, insieme al Padre Suo
senza Principio e al Santissimo e Buono e Vivificante Suo Spirito, ora e sempre, nei secoli eterni.
Amen.

CRISTO È RISORTO!

Nell’abbraccio paterno in Cristo il Risorto e l’Apostolica Benedizione su ciascuno di voi,

vi auguro ogni bene per la salvezza!

† Vescovo SILUAN

della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia

Data dalla Nostra Residenza di Roma, nella Luminosa Solennità della Resurrezione del Signore

Anno della Redenzione 2023, il mese di aprile, il giorno sedici.

Roma, Senato della Repubblica: grande successo per “Un Nuovo Umanesimo in Europa”. Comunicato stampa.


COMUNICATO STAMPA

Giornata di studio e riflessione su “Un Nuovo Umanesimo in Europa”

Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva

Piazza della Minerva, 38 – 00186 Roma

Venerdì, 10 marzo 2023 si tenuta, a Roma, la conferenza “Un Nuovo Umanesimo in Europa”, su iniziativa del Senatore Mario Occhiuto e organizzata in collaborazione con le Associazioni IRFI “Italia Romania Futuro Insieme”, l’Anno Marguttiano e  “Human 4 Human” Association. L’evento  ha beneficiato  dalla partecipazione di 25 studiosi, artisti e attivisti italiani, romeni, ucraini, turchi, palestinesi, russi, moldavi, bulgari, africani e bosniaci che hanno contribuito con riflessioni e proposte concrete in merito al tema.

La conferenza nasce con l’obiettivo di riflettere sulle sfide che l’Europa deve affrontare in un’epoca di cambiamento profondo e di incertezza. L’umanesimo, inteso come filosofia e come stile di vita che mette al centro la dignità umana e il bene comune, può offrire un importante contributo per affrontare tali sfide e costruire una società più giusta, solidale, sussidiaria e creativa.

I lavori, moderati dalla giornalista romena Anca A. Mihai,  sono stati inaugurati dal Prof. Ing. Gianni Cara, Presidente dell’Università Internazionale per la Pace di Roma. Il professore ha parlato delle prospettive future che l’istituzione che egli rappresenta offre all’umanità attraverso il Master in Diritto e applicazioni spaziali: prospettive  e benefici futuri. A seguire, il prof. Luigi Troiani, docente di Relazioni Internazionali alla Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino “Angelicum”, ha ricordato che “è tempo che la cultura, le religioni, le idee tornino a condizionare lo spadroneggiamento dei troppo potenti e dei troppo ricchi, per condurli verso quell’umanesimo integrale auspicato da J. Maritain”.

Il conte Prof. Fernando Crociani Baglioni noto storico, giornalista e sociologo ha contestualizzato dal punto di vista storico, le radici cristiane dell’Europa sottolineando la necessità di ricordarle mentre si cerca la strada verso un futuro più giusto. A completare tale prospettiva è stata la sociologa Contessa Simona Cecilia Crociani Baglioni Farcas, presidente dell’Associazione Italia Romania Futuro Insiemela quale ha evidenziato come alla politica “manchi l’anima” e si debba far presto a ritrovarla. Suor Kornelia Halyna Zhupnyk dell’Ordine delle Suore di San Basilio Magno e dottoranda in Antropologia teologica al Teresianum di Roma ha evidenziato come senza la Verità, non esiste pace interiore o esteriore e che viviamo in un’epoca “post-verità”. La prof.ssa Aurora Martin del Pontificio Istituto Orientale, ha fato notare la similitudine tra “umanesimo” e “woman”, un gioco di parole per introdurre come tema di riflessione l’urgente bisogno di parità di genere se si vuole vivere in una società più equa. Dall’altro canto, il giornalista Corrado Giustiniani ha affrontato tre temi riconducibili all’attualità: l’accoglienza italiana ed europea ai rifugiati, la legge di cittadinanza che penalizza i figli degli immigrati nati in Italia e la situazione dei migranti economici. L’attivista per il dialogo interculturale turco, Mustafà Cenap Aydin ha ricordato il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, noto anche comeDichiarazione di Abu Dhabi, l’accordo siglato nel 2019 da papa Francesco e dal Grande Imam  al-Azhar Ahmad al-Tayyib, come base di partenza per un nuovo umanesimo. L’imprenditrice turistica di origini moldave, Ludmila Posiletcaia, l’unica donna straniera membro dell’Associazione SKAL International Roma, ha sottolineato come i viaggi siano portatori di scambi culturali, un continuo dare e ricevere e, ognuno di noi sia ambasciatore della propria cultura. Il Prof. Aodi Foad, Presidente AMSI Medici Stranieri in Italia ha portato in discussione la difficoltà che l’Italia ha di valorizzare l’immigrazione qualificata e la necessità di mantenere aperto un dialogo tra professionisti e istituzioni, in quanto, “l’integrazione – come il dialogo – si fa sempre in due”. L’avvocato Fabio Maria Galiani ha precisato che “la solidarietà e il nuovo umanesimo passano necessariamente per l’irrilevanza della cittadinanza e l’abolizione delle frontiere”. Dalla Sala Capitolare, l’avvocato ha colto l’occasione per lanciare “un appello per la formazione di una Commissione permanente del Senato per i diritti umani. La direttrice della scuola ucraina di Roma, “Prestigio”, Tetyana Tarasenko, ha raccontato l’esperienza di affrontare, da un giorno all’altro, l’emergenza dei profughi ucraini allo scoppio della guerra, nel 2022. L’intervento si è concluso con un minuto di silenzio per tutte le vittime ucraine e russe e di tutti i conflitti in atto nel mondo, esprimendo solidarietà a tutti i popoli che soffrono a causa dei conflitti stessi, dei disastri naturali in questo periodo storico. L’unico giornalista ceco-slovacco accreditato presso la Santa Sede, Bohumil Petrik, ha illustrato come un nuovo umanesimo sia, in realtà, il vecchio con “il bisogno dell’antico triumvirato: la filosofia greca, diritto romano e l’etica cristiana”.

La prima sessione della Giornata di studio e riflessione su “Un Nuovo Umanesimo in Europa” si è conclusa con l’intervento dell’esperta in diritti umani e cooperazione internazionale, Fatima Neimarlija, presidente della Comunità bosniaca a Roma, “Bosnia nel cuore”. Ricordando gli orrori del genocidio di Srebrenica, sotto “gli occhi indifferenti dell’Europa di trent’anni fa”.

Nella seconda sessione, il sociologo Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni, aprendo i lavori, ha ricordato che “l’Europa è una realtà di 500 milioni di cittadini”, aspetto importante da tenere conto nelle analisi. La seconda parte del convegno è stata dedicata al contributo che l’arte nella sua complessità di espressione può offrire per mettere al centro la dignità umana e il bene comune.

La scrittrice russa Iana Nekrassova, attraverso la pubblicazione del libro «Fedor Sabašnikov e «Il Codice sul volo» di Leonardo da Vinci», nel suo racconto ha voluto dimostrare come “ciascuno di noi, individualmente, può vivere il proprio rinascimento, l’importante è seguire il proprio ideale, il cuore e il proprio intuito”. L’artista e drammaturgo bulgara Isabel Russinova ha scelto di portare in discussione, come esempio di umanesimo, la scrittrice italiana Christine de Pizan, citando la più famosa delle poesie, Seulete sui (Sono sola).La Vice-Presidente dell’Associazione Internazionale di Diritto Pontificio Sanctus Benedictus Patronis Europae, Dott.ssa Caterina Comino, ha concorso i lavori con l’approfondimento della Regola di San Benedetto basata sui tre precetti fondamentali: il silenzio, l’umiltà, l’obbedienza. A seguire, l’artista Oana A. Costiuc Poleacec ha scelto di raffigurare il volto della donna come simbolo dell’espressione di colore, riflessione e vita. La storica dell’arte della Chiesa Prof.ssa Cristina Mandosi ha salutato l’iniziativa degli organizzatori di coinvolgere studiosi di varie nazionalità che vivono in Italia per parlare del futuro europeo nonostante esse siano nate fuori dei confini classici dell’Europa. L’umanista scrittrice Mandosi, è esperta di scienze della comunicazione e direttrice artistica dell’Anno Marguttiano, un’iniziativa del dialogo interculturale nel nome dell’arte. Come contributo ai lavori dalla Russia, è stata invitata a parlare la scrittrice Baronessa Elena Stepanoff-Scammacca del Murgo la quale ha presentato uno dei suoi libri sui Conti Ludolf e il potere della diplomazia nella costruzione dell’umanesimo. A suo turno, la musicista Michaela Schefer già responsabile per i progetti internazionali della RAI, Radio Televisione Italiana,ha menzionato l’importanza della musica come linguaggio universale e, soprattutto, come un’essenziale eredità per i giovani. La poetessa moldava Dott.ssa Tatiana Ciobanu, tra i tanti spunti interessanti, si è spesa per assicurare che la sua Patria torni ad essere terra romena attraverso una pacifica riunificazione.

Non si può progettare il futuro senza includere le risorse finanziarie e l’economista Chiara Subrizi ha portato la testimonianza del movimento Economy of Francesco, ispirato alla missione di San Francesco d’Assisi che riunisce giovani imprenditori, economisti e attivisti per costruire un’economia più inclusiva dei poveri nel mondo. Sempre di equilibri, stavolta energetici ha parlato la naturopata Magda Arama con il messaggio che “l’armonia interiore genera armonia esteriore”. I lavori si sono conclusi con la benedizione del S.E. il Vescovo anglicano Luis Miguel Perea Castrillón.

Durante il programma, l’Istituto di Studi Storici Beato Pio IX rappresentato dal conte Crociani Baglioni, ha consegnato diplomi di accademico benemerito a Tetyana Tarasenko, Caterina Comino, Cristina Mandosi e Tatiana Ciobanu.

La conferenza è stata onorata dalla presenza del primo Segretario dell’Ambasciata di Romania nella Repubblica Italiana, Dott.ssa Corina Lefter.

I lavori del convegno sono stati trasmessi in diretta streaming e sono visibili al link https://webtv.senato.it e sul canale YouTube del Senato Italiano https://www.youtube.com/user/SenatoItaliano. In alternativa, gli archivi possono essere consultati al seguente link: https://www.radioradicale.it/scheda/692560/un-nuovo-umanesimo-in-europa

Ufficio Stampa

 Human4Human Association

Contatti: convegno10marzo2023@gmail.com

 Tel +39.3493452268

La Dott.ssa Corina Lefter dell’Ambasciata di Romania in Italia ha onorato la Giornata di studi e dialogo per “Un Nuovo Umanesimo in Europa” con la sua presenza, intrattenendosi con i relatori e i partecipanti.
Prof. Luigi Troiani, Docente di Relazioni Internazionali
La Dott.ssa Corina Lefter Primo Segretario dell’Ambasciata di Romania in Italia ha onorato la Giornata di studi e dialogo per “Un Nuovo Umanesimo in Europa” con la sua presenza, intrattenendosi con i relatori e i partecipanti.

Roma, 10 Marzo: “Nuovo Umanesimo in Europa”. Giornata di studi al Senato della Repubblica


Su iniziativa del Senatore Mario Occhiuto, IRFI – Italia Romania Futuro Insieme in collaborazione con Human4Human Association, organizzano la

Giornata di studi e riflessione su un “Nuovo Umanesimo in Europa”

Roma, 10 marzo 2023, ore 10 – 19

Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva

 Piazza della Minerva, 38 – 00186 Roma

La Giornata interdisciplinare è dedicata al confronto tra intellettuali, studiosi, artisti, scrittori e membri della società civile internazionale, per il ripristino dei valori fondanti dell’Europa, in cui si ritrovino e valorizzino le radici giudaico-cristiane che ne costituiscono l’essenza storica, giuridica e morale. Con contributi dalle scienze, l’arte, la cultura, la comunicazione: storiche, relazioni internazionali, economiche, sociali ed umane etc. Al fine di rimettere al centro della politica – quale “forma più alta di carità” –  il futuro della Patria europea comune. Interverranno personalità italiane, romene, bulgare, ceche, slovacche, moldave, ucraine, russe, bosniache, turche, africane.

I lavori della Giornata saranno trasmessi in diretta streaming al link https://webtv.senato.it e sul canale YouTube del Senato Italiano https://www.youtube.com/user/SenatoItaliano

N.B. “Le opinioni e i contenuti espressi nell’ambito dell’iniziativa sono nell’esclusiva responsabilità di chi li esprime”.

“L’accesso alla sala è consentito con abbigliamento consono e, per gli uomini, obbligo di giacca e cravatta.

“I giornalisti, i fotoreporter (comunicando nome, cognome, luogo e data di nascita, testata giornalistica e numero di tessera dell’Ordine) e gli ospiti devono accreditarsi scrivendo a: convegno10marzo2023@gmail.com

Maggiori informazioni:

Ufficio Stampa

Anca A. Mihai

Human4Human Association

convegno10marzo2023@gmail.com

România. DRP lansează sesiunea de finanțare nerambursabilă pentru anul 2023.


Gheorghe Cârciu, secretar de stat DRP: ” Deschidem sesiunea de proiecte pentru protejarea și consolidarea identității românești din afara granițelor ”

DRP, https://dprp.gov.ro/ – 28/02/2023


Departamentul pentru Românii de Pretutindeni (DRP) lansează astăzi, 28 februarie, Sesiunea de finanțare nerambursabilă pentru anul 2023.

Asociaţiile, fundaţiile, unităţile de cult, organizaţiile neguvernamentale ale românilor de pretutindeni, persoanele fizice autorizate sau persoanele juridice de drept public sau privat din România sau din străinătate pot trimite cererile de finanțare și documentele prevăzute în Ghidul de finanțare 2023.

„Mi-am propus ca Departamentul pentru Românii de Pretutindeni să se implice mai puternic în protejarea și consolidarea identității comunităților românești din afara granițelor. Avem un buget de patru ori mai mare și astăzi lansăm sesiunea de proiecte cu finanțare nerambursabilă. Trebuie și este normal să sprijinim cât mai mult românii de pretutindeni, întrucât cifrele oficiale și neoficiale ne arată fără niciun dubiu că mai avem o Românie în afara granițelor noastre. În toată perioada mandatului meu, îmi doresc să am un dialog sincer, asumat, constructiv cu asociațiile și românii de pretutindeni. Împreună, prin consultări succesive, am construit noul ghid de finanțare. Îi invit pe toți să-l acceseze pentru proiecte care să fie derulate în interesul și pentru întărirea identității românești”, a declarat secretarul de stat Gheorghe Cârciu.

Ghidul de finanțare nerambursabilă din acest an vine cu o serie de noutăți privind plafonul maxim acordat proiectelor depuse în cadrul programelor de finanțare incluse în această ediție, decontarea cheltuielilor, precum și perioada de depunere a proiectelor.

Plafonul maxim acordat pentru proiectele depuse în cadrul programelor Educație și Spiritualitate și tradiție este de 2.000.000 lei pe proiect, iar pentru cele din domeniile CulturăSocietatea civilă și Mass-media este de 500.000 lei pe proiect.

În cadrul sesiunii de finanțare 2023, un solicitant poate depune cel mult trei proiecte, cu condiția ca acestea să se încadreze în programe diferite.

Proiectele cu o perioadă de derulare de minim 10 luni se depun până în data de 15 martie 2023 (inclusiv). Pentru celelalte proiecte, cererile de finanţare se depun până pe 28 aprilie 2023.

Cererile de finanțare trebuie trimise în format pdf, la adresa de e-mail proiecte@dprp.gov.ro. Este necesar ca fiecare anexă să fie atașată ca un singur document PDF, denumit ca atare. (de exemplu, Statut.pdf). Nu sunt acceptate alte formate (JPEG, PNG etc.).

După transmiterea pe e-mail a documentelor menționate, solicitantului i se transmite numărul de înregistrare al cererii. Ulterior, responsabilul de proiect solicită, prin e-mail, documente suplimentare sau clarificări, în funcție de specificul proiectului la care solicitantul are obligația de a răspunde în cel mult 3 zile lucrătoare.

Cererile de finanțare se vor evalua periodic, iar rezultatele evaluării vor fi publicate pe site-ul DRP.

Pentru a facilita procesul de constituire a dosarului, Departamentul pentru Românii de Pretutindeni pune la dispoziția celor interesați Ghidul de finanțare nerambursabilă 2023, alături de documentele de interes, în format editabil:

Ghidul de finanţare nerambursabilă 2023

01.Cerere-de-finantare

02.Tipuri-de-proiecte-actiuni-si-cheltuieli

03.Glosar-de-termeni

04.Declaratie-privind-apartenenta-la-identitatea-culturala-romana

05.Declaratie-eligibilitate

06.Declaratie-cu-privire-la-prelucrarea-si-transmiterea-datelor-cu-caracter-personal

07.Contestatie

08.Contract-de-finantare

09.Decont-centralizator-de-cheltuieli

10.Raportul-de-activitate

11.-Documente-justificative-in-functie-de-tipurile-de-cheltuieli

12.Elemente-de-identitate-vizuala

13.Documente-necesare-pentru-proiecte-specifice

14.Deviz-refacut

Formular de evaluare proiect cu finanțare nerambursabilă

Echipa DRP va oferi informații suplimentare, clarificări și îndrumări în vederea accesării fondurilor nerambursabile la adresa de mail proiecte@dprp.gov.ro.

Sursa: https://dprp.gov.ro/web/finantare/gheorghe-carciu-secretar-de-stat-drp-deschidem-sesiunea-de-proiecte-pentru-protejarea-si-consolidarea-identitatii-romanesti-din-afara-granitelor/?fbclid=IwAR2dKhctd2iz9fnOVwMRtgwS4PnpQML0ww_msmek-AA7uKM8JOepl4Q7LhE

Roma, il Seminario Maggiore di Iasi, in pellegrinaggio di fede, sulle tracce di Pietro


Pubblichiamo l’articolo di Claudiu Ciasăr, in traduzione italiana, pubblicato in originale sul sito ufficiale dell’Istituto Teologico “San Giuseppe”, di Iași (Romania): Institutul Teologic „Sf. Iosif” din Iași http://www.itrciasi.ro/index.php/evenimente/pelerinajul-credintei-la-roma-10-16-februarie

“Dal 10 al 16 febbraio, i seminaristi dell’Istituto Teologico “San Giuseppe” di Iasi, accompagnati dalla squadra di formatori del seminario e da alcuni sacerdoti professori, hanno compiuto un pellegrinaggio a Roma per rafforzare la loro fede e il loro legame con il successore di Pietro, il Pontefice.
L’itinerario è iniziato venerdì 10 febbraio nella cappella del nostro seminario, dove abbiamo pregato Dio di benedirci affinché questo viaggio porti frutto nella nostra vita. A Roma abbiamo alloggiato a Villa Letizia, vicino a Via Aurelia.
L’11 febbraio abbiamo visitato i luoghi più importanti di Roma. Il nostro pellegrinaggio è iniziato a Piazza Navona, da qui ci siamo spostati verso la chiesa di Santa Maria in Vallicella, luogo di sepoltura di San Filippo Neri, chiamato anche “il santo della gioia”. Ci siamo poi fermati a Largo di Torre Argentina. Abbiamo poi ammirato la Chiesa del Gesù, dove è sepolto Sant’Ignazio di Loyola e dove si trova la mano destra di San Francesco Saverio, che secondo la tradizione ha battezzato settecentomila persone. Il nostro itinerario è proseguito verso Piazza Venezia, dove si trovano la Colonna Traiana, testimonianza delle battaglie combattute tra Daci e Romani, e il Campidoglio. Ci siamo poi fermati alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano, recitando la preghiera dell’Angelus. Abbiamo pranzato all’Irish College, dove abbiamo incontrato diversi studenti sacerdoti. Dopo pranzo, abbiamo visitato la Basilica di San Clemente, luogo di sepoltura di San Clemente Romano e di San Cirillo, apostolo dei popoli slavi. Ci siamo fermati al Colosseo, un luogo macchiato dal sangue dei martiri. Abbiamo visitato la Pontificia Università Gregoriana, la Fontana di Trevi e la chiesa di S. Pietro. Abbiamo ammirato il famoso dipinto di Caravaggio della “Chiamata di Matteo”. Ci siamo fermati al Pantheon, dove ci siamo riuniti intorno all’altare per ringraziare Dio per il meraviglioso dono della fede. Dopo la Messa, abbiamo visitato la chiesa di Santa Maria sopra Minerva, che ospita la tomba di Santa Caterina da Siena.
Il terzo giorno, il 12 febbraio, abbiamo visitato la Basilica di San Pietro in Vaticano, il cuore della Chiesa cattolica. Qui abbiamo ammirato la “Pietà” di Michelangelo, abbiamo pregato nella cripta dove sono sepolti i papi e siamo saliti sulla cupola della basilica, da cui si gode una splendida vista su Roma. Abbiamo recitato la preghiera dell’Angelus con il Santo Padre e le persone presenti nella piazza. Dopo pranzo abbiamo assistito alla Santa Messa nella chiesa “San Vitale”, insieme a una delle comunità romene di Roma, che ci ha offerto la cena, ma soprattutto una bella testimonianza di fede.

Il quarto giorno, 13 febbraio, visitammo l’Abbazia di Montecassino, fondata da San Benedetto, patrono del monachesimo occidentale. Dopo aver offerto al Padre Celeste il sacrificio del Figlio nello Spirito Santo nella cappella dell’abbazia, abbiamo fatto una visita con una guida professionista, esaminando la storia travagliata del monastero. Dopo pranzo, ci siamo recati ad Aquino, il luogo di nascita di San Tommaso, uno dei più grandi pilastri della teologia della Chiesa cattolica. In serata, ci siamo inginocchiati davanti al Salvatore presente nella Santa Messa nella chiesa della comunità rumena di Cesano, una comunità piena di vita e di fede. E ringraziamo tutti per la grande generosità mostrata, offrendoci la cena.
Il giorno successivo, 14 febbraio, abbiamo iniziato con una visita alla Pontificia Università Lateranense, a cui il nostro Istituto è affiliato. In seguito, abbiamo visitato il battistero, ma anche la basilica di San Giovanni in Laterano, considerata la madre di tutte le chiese. S.E. Benoni Ambăruș, vescovo ausiliare della diocesi di Roma, è stata la nostra guida al Seminario Romano Maggiore. Abbiamo visitato la basilica di “Santa Maria Maggiore”, ammirando la reliquia della mangiatoia di Gesù, pregando sull’icona della Beata Vergine Maria “Salus Populi Romani” e celebrando il sacrificio eucaristico nella Cappella Sistina della basilica. Dopo il pranzo al Collegio Lombardo ci siamo diretti alla Basilica di San Paolo fuori le mura, pregando sulla tomba dell’Apostolo delle Genti. Poi abbiamo visitato la chiesa del Quo vadis e, guidati da una guida professionista, abbiamo visto le catacombe di San Calisto, dove abbiamo capito la verità della massima di Tertulliano: “Sanguis martyrum semen christianorum” (Il sangue dei martiri è il seme dei cristiani).
Il penultimo giorno, il 15 febbraio, abbiamo partecipato all’udienza generale del mercoledì, con Papa Francesco, il momento più alto del nostro pellegrinaggio. Ci siamo resi conto di quanto fosse importante la comunione con la Cattedra di Pietro. Siamo stati felici che il Papa sia venuto nel nostro gruppo e che abbiamo potuto fare una foto con lui. In questo evento non è mancata la bandiera romena. Da parte nostra, il nostro vescovo Iosif Păuleț e il p. Rettore Ștefan Lupu hanno offerto a Papa Francesco un’icona della Madre di Dio di Cacica, un libro con la storia del seminario e la storia delle comunità cattoliche in Moldavia, oltre agli ultimi numeri della rivista Dialog teologic. Dopo l’udienza abbiamo celebrato il sacrificio eucaristico nella Basilica “San Pietro” in ringraziamento per questi momenti di grazia.

Il nostro pellegrinaggio si è concluso il 16 febbraio nella cappella del nostro Seminario, ringraziando Dio per questi momenti di grazia e chiedendo a Lui che questo itinerario porti frutto nella nostra vita. È stato un pellegrinaggio molto ben organizzato, con un programma molto equilibrato e bello.
Ringraziamo Dio per questi giorni pieni di grazia e per il successo di questo pellegrinaggio. Ringraziamo P. Iosif Păuleț, vescovo di Iași, il rettore P. Ștefan Lupu, i padri spirituali P. Cristinel Fodor e P. Ionuț Eremia Imbrișcă, i formatori P. Cristian Bîrnat, P. Gabriel Iulian Robu e P. Alexandru Roca, per l’insegnamento che ci hanno dato. Alexandru Roca, ai padri insegnanti, nonché a p. Isidor Iacovici e p. Isidor Mârț, alle comunità romene di Roma e Cesano, ai sacerdoti romeni che studiano a Roma, ai collegi romani e a tutti i benefattori che hanno reso possibile questo pellegrinaggio.

Processione in uscita dalla Santa Messa – Basilica di San Vitale, Roma.

Vorrei concludere con la preghiera che ci ha accompagnato in questo pellegrinaggio: Dio onnipotente, che con la forza dello Spirito Santo hai inviato il tuo Verbo a portare la buona novella ai poveri, concedi che, con gli occhi fissi su di Lui, possiamo sempre vivere nell’amore sincero come araldi e testimoni del suo Vangelo in tutto il mondo. Concedi che, in mezzo alle turbolenze del mondo, la Tua Chiesa, che hai fondato sulla roccia con la professione di fede dell’apostolo Pietro, non sia turbata. Per intercessione degli apostoli Pietro e Paolo, dei santi papi e martiri e di tutti i santi che hanno testimoniato una vita santa a Roma, vieni in nostro aiuto, rafforzaci nel cammino della nostra vocazione, affinché possiamo compiere la tua volontà in ogni cosa e giungere alla contemplazione della tua immagine nel cielo. Per Cristo, nostro Signore. Amen.


Claudio Ciasăr

Seminario Maggiore, con i vescovi di Iasi.

Roma, conclusa con successo la mostra “Constantin Udroiu – L’artista di due culture”


Il 15 febbraio 2023 si è conclusa a Roma la mostra “Constantin Udroiu – L’artista di due culture”. Un successo l’esposizione all’Accademia di Romania in onore del grande pittore scomparso nel 2014

di Goffredo Palmerini

ROMA – Si è chiusa con successo il 15 febbraio scorso a Roma la mostra “CONSTANTIN UDROIU – L’artista di due culture”, aperta dal 13 gennaio 2023 nell’ampia Sala esposizioni dell’Accademia di Romania a Valle Giulia per celebrare la Festa della Cultura Nazionale, istituita in Romania nella giornata del 15 gennaio di ogni anno per onorare la nascita di Mihai Eminescu (Botosani, 15 gennaio 1850 – Bucarest, 15 giugno 1889), scrittore poeta giornalista e drammaturgo. L’esposizione è stato un significativo omaggio a Constantin Udroiu, pittore e fine intellettuale scomparso a Roma nel 2014, una delle personalità più insigni della diaspora romena e cittadino italiano, definito dalla critica un “espressionista bizantino”. La mostra, curata dalla prof. Luisa Valmarin, già docente di Lingua e letteratura romena all’Università “La Sapienza”, ha permesso al pubblico di ammirare una selezione di dipinti su vetro, su tela, acqueforti e xilografie.

Abbiamo pensato di riportare all’attenzione del pubblico Constantin Udroiu, artista complesso e molto dedicato al Paese di origine, ma anche fortemente legato all’Italia, dove ha saputo inserirsi e fare arte, come pure fare scuola“, aveva sottolineato al vernissage della mostra la prof. Oana Boșca-Mălin, vice Direttrice dell’Accademia di Romania in Roma. Aveva poi aggiunto: “L’ultima mostra dedicata ad Udroiu era stata ospitata da questa prestigiosa istituzione nel 2010, in occasione dell’80° compleanno dell’artista. Pittore, affrescatore, diffusore della cultura e della spiritualità romena, manifestata con i tratti dell’iconografia, con la tipologia bizantina: quindi un artista insolito per l’Italia che, però, l’Italia ha accolto a braccia aperte già dagli anni ’70”. Costantin Udroiu ha fondato fucine d’arte per insegnare ai giovani tutte le tecniche delle arti figurative. Com’era sempre stato desiderio del Maestro, sono stati infatti esposti i lavori artistici firmati da giovani talenti di Puglia e Basilicata, vincitori del Premio “Constantin Udroiu“, la cui prima edizione siè tenuta a Matera nel 2019, quando la città è stata Capitale europea della Cultura. Il premio intitolato al grande artista proseguirà con altre edizioni, in collaborazione con l’Associazione Nikopeia, Fucina d’Arte da lui fondata a Fara in Sabina (Rieti), con l’Associazione Arte per la Valle di Satriano di Lucania (Potenza) e con il Liceo Artistico “Mario Festa Campanile” di Melfi (Potenza). 


Come si diceva, accantoalle opere di Udroiu, a testimonianza dello stile pittorico creato dal maestro rumeno nel sud Italia, sono state in mostra una serie di opere dei giovani artisti che hanno vinto il Premio “Constantin Udroiu“, organizzato dall’Associazione Arte per la Valle, con il patrocinio della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti di Matera, e dedicato ai giovani provenienti da tutte le scuole d’arte delle regioni Puglia e Basilicata. Il Premio “Constantin Udroiu” rappresenta dunque un progetto teso a rafforzare i rapporti tra le due culture e testimonia l’importante ruolo svolto dal Maestro rumeno, naturalizzato nel Belpaese, nella formazione degli artisti contemporanei italiani di quell’area. I giovani artisti, insigniti all’edizione 2019 del Premio “Constantin Udroiu” e le cui opere sono state esposte all’Accademia di Romania”, sono: Davide De Nigris, Serena Sinisi, Giovanna Caprioli, Marika Fornuto, Michela Fuggetta, Sara Sisto, Whang Chan Hao.

Di forte suggestione le opere su vetro esposte all’Accademia di Romania e che costituiscono la collezione di Luisa Valmarin, consorte dell’artista. La pittura su vetro è una tecnica assai complessa e di notevole difficoltà nell’esecuzione, alla quale perviene solo una ridottissima schiera di valenti artisti. Si tratta, in nuce, di dipingere all’incontrario, iniziando dalle finiture e proseguendo verso i colori di fondo. La pittura su vetro, com’è intuibile, non consente errori e correzioni. Constantin Udroiu aveva iniziato ad utilizzare la pittura su vetro muovendo dalla tradizione popolare delle icone su vetro, ricollegandosi così anche alla sua attività di pittore iconografo, cui si è dedicato per tutta la vita, affiancandola a quella, per certi versi maggiore, di pittore profano. Profondo conoscitore dei valori tradizionali della cultura rumena, cui è rimasto sempre legato anche durante i decenni di lontananza, ha utilizzato la tecnica di quella che in Romania è una forma di arte popolare – in mostra rappresentata in particolarmente da un San Nicola e da Adamo ed Eva – per arrivare ad una forma di pittura su vetro complessa e raffinata in cui l’uso semplice, e semplicistico, della tempera si abbina a procedimenti tecnici che la trasformano completamente, innanzi tutto sul piano tecnico. In queste sue opere è sempre visibile il ricordo della raffinata arte dell’icona in cui immagine e colore si fondono per dar vita a una speciale rappresentazione teologica –l’icona è una forma di preghiera –, ricordo che traspare dalla maestria, non solo dal disegno e dal particolare utilizzo del colore, ma anche dall’abile impiego del foglio d’oro che serve da sfondo alla pittura. Vanno ricordate in particolare la serie degli Arlecchini che Udroiu ha dipinto fra il 1976 e il 1992 e che poi ha abbandonato; la serie delle chiese specialmente bizantine, che si abbina alla serie dei Luoghi di preghiera creati a partire dagli anni ’90. Esemplari al riguardo sono alcune opere esposte: oltre alla piccola chiesa di legno transilvana, le due chiese bizantine che vengono dal contiguo mondo slavo.

Constantin Udroiu era nato a Bucarest il 3 febbraio 1930. E’ deceduto a Roma il 24 marzo 2014. Aveva studiato presso la Facoltà di Belle Arti di Bucarest con Gheorghe Vânătoru (1908–1983). Il suo destino è stato segnato dalla dissidenza dal regime comunista, che lo condannò a 22 anni di lavori forzati per “complotto contro l’ordine sociale”, di cui 10 scontati nel carcere, dal 1954 al 1964. Membro dell’Unione degli Artisti Plastici Rumeni, ha esposto in numerose mostre di arte figurativa in Romania e all’estero. Nel 1971, su iniziativa della stampa sarda, fu invitato ad organizzare una mostra nella città di Sassari, inaugurata da Sandro Perrtini, all’epoca Presidente della Camera dei Deputati. Sempre nel 1971 l’artista vinse il 3° premio in occasione della Biennale d’Arte contemporanea svoltasi a Santa Teresa di Gallura (Nuoro). Da allora, la sua attività si spostò definitivamente in Italia dove ha tenuto oltre 200 mostre, portandole anche in vari paesi europei.

Oltre all’attività di creazione artistica, Constantin Udroiu ha partecipato alla creazione e al restauro di numerosi affreschi nelle chiese rumene, insieme al suo maestro, Gheorghe Vânătoru. Nella sua produzione artistica Udroiu ha prestato particolare attenzione al sacro, sia nelle numerose icone che ha realizzato, sia nel ricorso al modello bizantino, quale forma di espressione artistica e identità. Ha affrescato chiese rumene e italiane, così come vari edifici pubblici e privati in Italia. Tra questi vanno particolarmente citati l’affresco raffigurante la Festa del Maggio, dipinto nel 1976-1978 sulla facciata del Municipio di Accettura (Matera), gli affreschi L’Ultima Cena e la Cena di Emmaus, dipinti nel 1990 nel nuovo Seminario di Benevento, inaugurato e benedetto da Papa Giovanni Paolo II, l’affresco con soggetto bucolico realizzato nel 1990 nelle scuderie del Palazzo ducale di Paganica, ora Centro Civico, l’affresco di San Bernardino da Siena a Bernalda (Matera), nel quale è rappresentato il Concilio di Firenze del 1439, che avvicinò la chiesa cattolica a quella ortodossa, dove il santo senese fu protagonista.  

Constantin Udroiu ha esposto in oltre 200 mostre personali, molte delle quali organizzate in Italia e in altri centri culturali europei: Parigi, Avignone, Amsterdam, Bordeaux, Atene, Barcellona, Lisbona, ed altre città. Dopo il 1989, con il ritorno della libertà in Romania, a Târgovişte e Cluj-Napoca. Le sue opere – dipinti e grafica – si trovano nelle collezioni di musei in Romania, Italia, Francia e Portogallo, oltre che in numerose collezioni private in Europa e in altri continenti. Vincitore di importanti premi che misurano il riconoscimento internazionale della qualità della sua creazione artistica, nel giugno 1991 Constantin Udroiu è stato nominato senatore dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna e membro del comitato esecutivo, fino alla sua scomparsa. Tra i numerosi riconoscimenti che gli sono stati tributati si ricorda il conferimento della cittadinanza onoraria ad Accettura (Matera) nel 1984, nel 1986 a Vitulano (Benevento) e nel 2012 a Passignano sul Trasimeno (Perugia). Su impulso di Constantin Udroiu l’Amministrazione Comunale di Matera ha fondato una scuola internazionale di arte sacra e affreschi. Così come per sua iniziativa è sorta a Passo Corese (Rieti) la Scuola d’Arte Fucina Nikopeia che, sin dall’inizio, è stata affiliata all’AIAM (Accademia Internazionale d’Arte Moderna, Istituto superiore di Cultura con sede in Roma), con studenti che beneficiano di corsi gratuiti dove apprendono diverse tecniche quali l’affresco “a umido”, la pittura su vetro, i principi dell’incisione e della stampa.

Attualmente la scuola si è trasformata nell’Associazione Nikopeia, continuando così il progetto che Constantin Udroiu ha concepito e voluto con passione per molti anni. Riconoscendo i suoi particolari meriti artistici, nel 2010, in occasione del suo 80° compleanno, l’Accademia di Romania di Roma organizzò in suo omaggio una grande mostra con le opere più rappresentative della sua produzione artistica. Anche dopo la sua morte le sue opere hanno continuato ad essere esposte in importanti mostre a Perugia (Museo Capitolare, 2014), Cluj-Napoca (Museo Etnografico, 2015), Roma (Accademia di Romania, 2016), Venezia (Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, 2017), Matera (Associazione Culturale “La Scaletta”, 2019).

Constantin Udroiu

Nel corso degli anni vissuti in Italia, Constantin Udroiu aveva stretto una lunga e feconda amicizia con L’Aquila, città dove tenne importanti esposizioni: la prima volta nel 1985, con la sua 99ma mostra nel Castello Cinquecentesco, poi una mostra nel 1989 a Paganica per inaugurare il Centro Civico, una terza esposizione all’Aquila a Palazzo Antonelli Dragonetti, nel 2001, organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Regione Abruzzo. Altre memorabili mostre l’artista ha tenuto in Abruzzo, tra le quali in particolare si ricordano l’esposizione antologica all’Annunziata di Sulmona (1986), al Castello Piccolomini di Capestrano (1990) e due mostre a Villetta Barrea. Numerose opere ha donato al Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, come pure sua è la grande icona Madonna dell’Amore, donata nel 1985 al Comune dell’Aquila, allora guidato dal sindaco Tullio de Rubeis, che ha illuminato con il suo oro zecchino la Sala della Giunta di Palazzo Margherita d’Austria fino al giorno prima del terremoto del 2009, e dove tornerà quando i lavori di restauro del Palazzo municipale saranno prossimamente completati.

Davide De Nigris – 1° premio
Giovanna Caprioli – 2° Premio

Italia-Romania: IRFI presente all’incontro col Segretario di Stato romeno, G. Cârciu


Roma. Nell’ambito della visita che la delegazione del Dipartimento per i romeni all’estero sta svolgendo in questi giorni in Italia, ieri, 14 febbraio, ha avuto luogo un incontro con i rappresentanti delle associazioni romene presso il Consolato Generale di Romania a Roma.
Il Segretario di Stato Gheorghe Cârciu, ha illustrato ai rappresentanti di oltre 20 associazioni romene, il calendario delle azioni e iniziative da lanciare nel 2023, nell’ambito del Dipartimento per i romeni all’estero, a beneficio dei romeni della diaspora e delle comunità storiche.
“Cari romeni, vi assicuro il sostegno del Dipartimento per i romeni all’estero e sono convinto che, insieme, porteremo avanti i progetti che abbiamo iniziato lo scorso anno. È importante avere una collaborazione efficace tra le associazioni romene all’estero e le istituzioni statali romene. Vi assicuro che, insieme al mio team, vi forniremo tutte le risorse e gli strumenti disponibili per realizzare i progetti e i programmi sostanziali a sostegno della nostra identità nazionale, linguistica, culturale e spirituale ̎, ha dichiarato il Segretario di Stato. All’incontro hanno partecipato anche il senatore Vasile Dîncu e il deputato Radu Popa.
Inoltre, il Dipartimento dei Romeni all’Estero (Departamentul Românilor de Pretutindeni – DRP) sta preparando la nuova sessione di finanziamento delle sovvenzioni alle associazioni per il 2023. Il Segretario di Stato Cârciu ha parlato anche della recente pubblicazione per la consultazione pubblica delle Linee guida per il finanziamento delle sovvenzioni 2023. La nuova edizione contiene novità e modifiche che è possibile consultare ed inviare al DRP commenti, suggerimenti ed integrazioni al testo, all’indirizzo e-mail: proiecte@dprp.gov.ro, entro il 20 febbraio 2023.

La Presidente di IRFI – Italia Romania Futuro Insieme, Dott.ssa Simona Cecilia Crociani Baglioni Farcaș, insieme alla signora Cristina Ciobanu, volontaria e membro attivo della Comunità Romano-Cattolica di “San Vitale”, hanno partecipato, all’incontro della delegazione del Dipartimento per i romeni all’estero, guidata dal Segretario di Stato Gheorghe Cârciu, con i membri delle associazioni e dei consiglieri romeni a Roma.

Prendendo la parola, la Dott.ssa Farcaș, a nome dell’Associazione IRFI – Italia Romania Futuro Insieme, ha salutato i membri della Delegazione di Bucarest, illustrando brevemente lo storico dell’Associazione fondata a Roma nel 2006, anzitutto, con un “Centro di ascolto e orientamento” per i romeni e, in generale, per le persone bisognose di qualsiasi nazionalità. La Presidente di IRFI, rivolgendosi al Console di Romania a Roma, ha espresso la buona collaborazione intercorsa negli ultimi anni tra la IRFI e il Consolato Generale di Romania a Roma, in particolare per la pronta risposta alle richieste inviate via email, anche da parte dei cittadini che sono assistiti gratuitamente, aiutandoli a registrarsi sul sito Econsulat.ro, prendere un appuntamento in vista del rilascio dei documenti richiesti, etc. L’Associazione, nei fatti, assiste gratuitamente anche le persone che non sono in grado di creare un proprio indirizzo e-mail. L’incontro si è svolto in un clima di dialogo e cordialità tra i rappresentanti delle istituzioni pubbliche romene e i membri della comunità romena in Italia, durante il quale il Segretario di Stato Cârciu ha evidenziato anche le novità in materia di finanziamento dei progetti culturali e il sostegno di cui beneficeranno le associazioni che presenteranno progetti.

Simona C. Farcas

IRFI – Italia Romania Futuro Insieme

Roma, 15.02.2023

La Delegazione del Dipartimento per i romeni all’estero, guidata dal Segretario di Stato Gheorghe Cârciu . Roma, 14 febbraio 2023. Ph@DRP
Foto di gruppo dei partecipanti all’incontro con delegazione del Dipartimento per i romeni all’estero, guidata dal Segretario di Stato Gheorghe Cârciu. Roma, 14 febbraio 2023 Ph@DRP

ROMA 1997-2022: COMUNITATEA ROMÂNILOR CATOLICI A SĂRBĂTORIT 25 DE ANI DE MISIUNE


Comunitatea catolică română din Roma, a sărbătorit pe 8 decembrie Jubileul de 25 de ani de existență și misiune.

Așa cum scrie Pr. Claudiu Bulai în articolul său pentru ERCIS, „comunitatea catolicilor români de la Roma a sărbătorit primul jubileu, joi, 8 decembrie 2022, în Solemnitatea Neprihănitei Zămisliri.” Sfintele Liturghii s-au celebrat la ora 12.30 la Grotte Celoni şi la ora 16.00 la San Vitale. La celebrarea de după-amiază au fost prezenţi ÎPS Aurel Percă, arhiepiscop mitropolit de Bucureşti, şi PS Benoni Ambăruş, episcop auxiliar de Roma. La finalul fiecărei celebrări liturgice, corul Juvenes Ecclesiae a susţinut un concert de colinde.

Istoria comunităţii de la Roma a început după anii ’90 şi s-a concretizat la 8 decembrie 1997, când a fost stabilită o capelanie pentru credincioşii catolici români care s-au stabilit la Roma, în zona ”Campo Marzio”, în biserica San Salvatore alle Coppelle. Aici, sub grija spirituală a preoților rămași în Cetatea Eternă, după cel de-al Doilea Război Mondial, un mic grup de români catolici de rit latin se aduna pentru a celebra Sfânta Linturghie. Dintre acești păstori se cuvine a fi menționați: Pr. Petru Tocănel OFMC, ilustru profesor de Drept Canonic la Universitatea Pontificală din Lateran, Pr. Bonaventura Morariu OFMC, Pr. Petru Cadar și Pr. Eldo Boriatti OFMC, toți provenind din Dieceza de Iași.

În 1990, după căderea comunismului și din dorința unui viitor mai bun, Roma devine o destinație pentru mulți dintre noi. Departe de țară și de familie, ne formăm ca și grup compact prin participarea la Sfânta Liturghie în limba natală, în următoarele lăcașuri de cult: Basilica dei Santi Dodici Apostoli, Chiesa di Santa Maria del Rosario in Prati și Basilica di Santa Croce a Via Flaminia.

În 1997, în primăvară, cu ajutorul părinților din Congregația Clericilor Regulari ai Maicii Domnului, ni se oferă o biserică stabilă: Santa Maria in Portico in Capitelli, unde se fixează celebrarea Sfintei Liturghii la ora 15:30. Păstorul care ne-a călăuzit în această perioadă a fost Mons. Anton Lucaci, care printre știrile dela Radio Vatican, a fost mereu aproape de noi și de nevoile noastre până în anul 1999.

În 2000, toamna, la propunerea Episcopului Petru Gherghel, Vicariatul de Roma îl numește pe Pr. Iosif Enășoaie capelan pentru asistența pastorală a comunității române din Roma. Având o biserică proprie și un capelan, se alege ca hramul comunității să fie sărbătoarea Neprihănitei Zămisliri, și încep să se organizeze primele concerte de colinde din timpul Crăciunului.

În toamna anului 2003 – iunie 2004, grija pastorală a comunității este încredințată Pr. Adrian Dancă, doctorand și redactor la Radio Vatican. Acesta, din dorința de a întări sensul comunitar în rândul credincioșilor, organizeză primul pelerinaj la mormântul Fericitului Ieremia Valahul, la Napoli. De asemenea, în sărbătoarea de 8 decembrie 2003, celebrează prima Sfântă Liturghie pentru românii din Ladispoli, în Dieceza ”Porto Santa Rufina”.

La 1 iunie 2004 – prezent în mijlocul nostru răsună cuvântul și glasul noului capelan în persoana Pr. Isidor Iacovici, care, cu multă grijă, știe mereu să aline sufletele, să încurajeze, să dojenească atunci când este necesar dar, mai ales, să iubească cu inimă de păstor pe fiecare dintre creștini, de la mic la mare. Manifestând, totodată, o grijă deosebită pentru sufletele încredințate, oficiul ”Migrantes” al Vicariatului de Roma, conferă comunității române statutul de ”Missio cum cura animarum”, la data de 31 decembrie 2004. La data de 7 noiembrie 2005, episcopul Petru Gherghel dăruiește comunității și un vice-capelan, în persoana părintelui Iulian Faraoanu.

Pentru a răspunde exigențelor pastorale, Pr. Isidor Iacovici stă la dispoziția credincioșilor celebrând Sfintele Liturghii în ziua de duminică, în diferite localități: Biserica ”San Giovanni Battista” din Ladispoli, la ora 9:00; Biserica ”Sacri Cuori di Gesù e Maria”, din La Storta, în fiecare a II-a duminică din lună, la ora 11.30; Biserica „San Giuseppe” din San Cesareo, Palestrina, la ora 12.30; Biserica „Santa Maria Causa Nostra Laetitiae, Roma (Grotte Celoni), la ora 12.30; Biserica „Santa Maria in Portico in Campitelli”, Roma – Piazza Campitelli, la ora 15.30 și Biserica „Santa Rosa da Viterbo”, via Cassia, în a III-a duminică din lună, la ora 16.

În drumul de formare a unei identități române de rit latin în Cetatea Eternă, un rol important l-au avut și numeroși preoți studenți, care aflându-se la studii de specializare, și-au arătat disponibilitatea în a asigura diferite celebrări liturgice. Astfel, se naște grupul „Preoților studenți de la Roma”, responsabili cu Sfânta Liturghie și posibilitatea de spovadă de la ora 16, în Biserica „San Vitale” din Via Nazionale.

Comunitatea catolică de rit latin, în anii trecuți, a crescut în credință alături de următorii preoți: Adrian Blăjuță, Alois Hârja, Anton Herciu, Augustin Bărbuț, PS Benoni Ambăruș, Benone Lucaci, Bogdan Herciu, Ciprian Antălucă, Ciprian Văcaru, Claudiu Eva, Claudiu Mărtișcă, Corneliu Berea, Cristi Blăjuț, Cristian Bîrnat,Damian Pătrașcu, Daniel Mărtinaș, Eduard Soare, Francisc Ungureanu, Gabriel Enășcuț, Gabriel Hălănduț, Ioan Bălan, Ionuț-Eremia Imbrică, Iosif Antili, Iosif Tiba, Irimia Romeo Pal, Iulian-Marian Șchiopu, Laurențiu Dăncuță, Marcel Bulai, Marius Bâlha, Marius Vătămănelu, Mihai Afrențoae, Mons. Ionuț Strejac, Obreja Stanislav, Ovidiu Giurgi, Petrică Boroș, Petruț Demșa, Pius Iancu, Robert Bălan, Romeo Neculai, Toni Mihăiță Cântaciu, Vasile Petrișor, Vicențiu Balint. Alături de ei, părintele Isidor cu dragoste de frate mai mare, s-a bucurat, de asemenea, de colaborarea directă a preoților Daniel Iacobuț, Felician Tiba, Ciprian Bejan-Piser și Iulian-Gabriel Robu.

La 25 de ani distanţă de acel fericit moment, în 1997, comunitatea continuă să se adune în jurul sfântului altar pentru a-i mulţumi Domnului pentru modul în care au crescut şi s-au maturizat în credinţă.

Comunitatea Romano-Catolică Română din Parohia „San Vitale”, reprezintă sediul central ca formă de organizare instituțională pentru românii emigranți din Roma și din împrejurimi. Biserica este situată în centrul istoric al Romei, în aproprierea palatului prezidențial al Statului italian.

Liturghia din 8 decembrie, de la Grotte Celoni, a fost celebrată de pr. Isidor Iacovici, parohul comunităţii. La San Vitale, Liturghia a fost celebrată de ÎPS Aurel Percă, predicator fiind PS Benoni Ambăruş. La finalul celebrării de la San Vitale, PS Benoni a dat citire binecuvântării şi salutului Papei Francisc cu ocazia împlinirii celor 25 de ani de existenţă a capelaniei catolicilor români de la Roma.

La celebrarea de la San Vitale au fost prezenţi reprezentanţi ai Ambasadelor României pe lângă Sfântul Scaun şi Ordinul Suveran Militar de Malta şi în Republica Italiană.

După fiecare celebrare liturgică corul de tineri al catedralei din Iaşi, Juvenes Ecclesiae, a susţinut un concert de colinde, aducând bucurie şi nostalgie în inimilor credincioşilor români plecaţi de acasă de mai mulţi ani.

Evenimentul s-a încheiat cu o agapă frăţească, pregătită de gospodinele comunităţii, şi cu multe depănări de amintiri.

Îi mulţumim bunului Dumnezeu pentru această frumoasă zi și pentru fiecare zi, precum şi tuturor celor care s-au implicat activ pentru a face această sărbătoare atât de frumoasă.

ROMA-BUCUREȘTI, APEL PENTRU JUSTIȚIE: „DEMOLAȚI CATHEDRAL PLAZA”


ROMA-BUCUREȘTI, Asociația IRFI „Italia România un Viitor Împreună”, FACE APEL CĂTRE STATUL ROMÂN PENTRU JUSTIȚIE: „DEMOLAȚI CLĂDIREA CONSTRUITĂ ILEGAL! PUNE ÎN PERICOL CATEDRALA ROMANO-CATOLICĂ SFÂNTUL IOSIF, MONUMENT ISTORIC, RELIGIOS ȘI ARHITECTURAL DE O VALOARE INESTIMABILĂ”.

ROMA-BUCAREST, L’Associazione IRFI – Italia Romania Futuro Insieme FA UN APPELLO ACCORATO DI GIUSTIZIA ALLA ROMANIA, CHIEDENDO LA DEMOLIZIONE DELL’EDIFICIO COSTRUITO ILLEGALMENTE A RIDOSSO DELLA CATTEDRALE ROMANO-CATTOLICA “SAN GIUSEPPE” DI BUCAREST, MONUMENTO DI ALTO VALORE STORICO, RELIGIOSO E ARCHITETTONICO.

Simona Cecilia Crociani Baglioni Farcaș

Roma-București, 7.12.2022

Papa Francesco benedice la Causa del sacerdote romeno, Dumitru Matei, assassinato dai comunisti in odio alla fede


Riconosciute le sue virtù eroiche, ora il sacerdote romeno Dumitru Matei è proposto per gli onori degli altari. Aperta la fase diocesana della causa di beatificazione del Servo di Dio Dumitru Matei, domenica 30 gennaio 2022, con una santa messa solenne presieduta da S.E. Mons. Iosif Păuleț, vescovo della diocesi di Iași, nella cattedrale romano-cattolica Santa Maria Regina di Iași. La Congregazione per le cause dei santi ha concesso, il 16 dicembre 2021, il nulla osta per le ricerche sul martirio del Servo di Dio sacerdote Dumitru Matei. Nato il 28 luglio 1913 a Sărata, un villaggio della provincia romena di Bacău, nell’est della Romania; ordinato sacerdote nel 1939 a Iași, dove svolse il suo ministero. Incaricato nel 1948 dal suo vescovo di occuparsi dei poveri, il sacerdote Matei distribuì tutti gli aiuti umanitari ricevuti dall’estero, soccorrendo gli affamati, i prigionieri di guerra, gli ebrei. Attivo nella resistenza non armata anticomunista, fu arrestato dalla Securitate nel maggio 1950. Dopo alcuni mesi di detenzione nella prigione di Jilava, fu processato e condannato a morte. Fucilato in odio alla fede dai comunisti, in Romania, il 21 febbraio 1951, fu buttato in una fossa comune. La sua salma non fu mai recuperata. Papa Francesco, durante l’udienza privata dello scorso giovedì 6 ottobre 2022, dove ha partecipato il postulare della Causa di Beatificazione del Servo di Dio Sacerdote Dumitru Matei, Don Isidor Iacovici, ha prestato la sua benedizione alla Causa.

Il Dicastero delle Cause dei Santi ha organizzato un convegno (3-6 ottobre 2022), presso l’Istituto Patristico Augustinianum di Roma, cui hanno partecipato funzionari, postulatori e collaboratori delle cause di canonizzazione e beatificazione di diversi paesi del mondo. Tra gli invitati, Don Isidor Iacovici, postulatore della Causa di Canonizzazione del Beato Vescovo Anton Durcovici e della Causa di Beatificazione del Servo di Dio Sacerdote Dumitru Matei. Durante l’udienza privata con il Santo Padre Francesco, giovedì 6 ottobre 2022, Don Isidor ha ringraziato il Papa per aver innalzato agli onori degli altari il Vescovo di Iași, Anton Durcovici, assassinato dai comunisti nel carcere di Sighetu Marmatiei. Chiedendo al Papa la benedizione per la Causa di Beatificazione in atto di Dumitru Matei, il sacerdote della Diocesi di Iasi, “apostolo della carità cristiana”, anch’esso trucidato in odium fidei dai comunisti, a 37 anni.

Papa Francesco riceve in udienza il Postulatore della Causa di canonizzazione del Beato Anton Durcovici e della Causa di beatificazione del Servo di Dio Dumitru Matei.

S. Em. il Card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha guidato il convegno sul tema “La santità oggi”, dedicato alla definizione attuale di eroicità delle virtù cristiane. Il 16 dicembre 2021, il Dicastero delle Cause dei Santi concesse il nihil obstat per la fase diocesana della Causa di Beatificazione del Servo di Dio sacerdote Dumitru Matei.

Giovedì, 6 ottobre 2022, Udienza con il Santo Padre Francesco

Nel suo intervento, il Sommo Pontefice ha evidenziato che «i Santi non provengono da un “mondo parallelo”; sono credenti che appartengono al popolo fedele di Dio e sono inseriti nella quotidianità fatta di famiglia, studio, lavoro, vita sociale, economica e politica. In tutti questi contesti, il Santo o la Santa cammina e opera senza timori o preclusioni, adempiendo in ogni circostanza la volontà di Dio». Papa Francesco ha esortato ogni Chiesa particolare ad essere attenta, percepire e valorizzare gli esempi di vita cristiana formatisi nel popolo di Dio, per riconoscere i «modelli di santità, testimoni straordinari del Vangelo».

Da cui l’importanza che nella Diocesi di Iaşi vengano portati alla luce quei modelli di vescovi, sacerdoti, consacrati e laici, che ci hanno preceduto nella fede, avendo essi vissuto concretamente il Vangelo: i martiri di Tomi; San Sava il Goto; i beati Geremia da Valacchia, Vladimir Ghika, Anton Durcovici e Veronica Antal; i servi di Dio: Martin Benedict, Anton Demeter e Dumitru Matei, insieme ai numerosi altri confessori della fede e martiri per Cristo e la sua Chiesa. Papa Francesco ha ribadito che la fama di santità non viene principalmente dalla gerarchia, ma dai fedeli: «un elemento che comprova la fama sanctitatis o la fama martirii è sempre la fama signorum. Quando i fedeli sono convinti della santità di un cristiano, fanno ricorso – anche massiccio e appassionato – alla sua intercessione celeste; l’esaudimento della preghiera da parte di Dio rappresenta una conferma di tale convinzione». Il popolo di Dio, nelle sue varie componenti è, dunque, protagonista della fama di santità, cioè della fede diffusa tra i credenti circa l’integrità della vita della persona.

Tra i referenti di queste giornate di studio e riflessione, in cui hanno tenuto conferenze, numerosi teologi ed esperti del mondo sociale, scientifico, culturale e dei media. Nell’incontro privato con S. Em. il Card. Marcello Semeraro, il Postulatore della Causa, Don Isidor Iacovici ha condiviso con Sua Eminenza, l’eroismo della vita e del martirio del sacerdote Dumitru Matei, che può essere annoverato tra i modelli di santità quale intercessori per i tanti sacerdoti che oggi servono nella Chiesa.

Rev. Alois Moraru,
vice-postulatore della causa di beatificazione del Servo di Dio sacerdote Dumitru Matei


Preghiera (in lingua romena) per impetrare la beatificazione del Servo di Dio Sacerdote Dumitru Matei (foto), assassinato in odium fidei.

Preghiera per la beatificazione del Servo di Dio, sacerdote DUMITRU MATEI

Signore Dio, Padre buono e santo, ti ringraziamo per i meravigliosi doni umani e spirituali che hai elargito al tuo fedele servitore, il sacerdote Dumitru Matei.

Egli rispose con generosità e fedeltà alle grazie ricevute, servendo Cristo e la sua Chiesa all’altare, negli ospedali, sul campo di battaglia e nelle carceri comuniste.

Fa che il suo esempio nel vivere la carità cristiana e fortezza nel testimoniare la fede fino al martirio, risplenda sempre più per l’intero popolo cristiano.

Ti preghiamo, Signore, di mostrare anche sulla terra la dignità di questo tuo servo, innalzandolo all’onore degli altari, e a noi, per sua intercessione, donaci le grazie di cui abbiamo bisogno per raggiungere la Liturgia celeste, dove contemplare il tuo infinito Amore. Amen.

Padre nostro…, Ave Maria…, Gloria al Padre…

* * *

Se implorando l’intercessione del Servo di Dio Dumitru Matei, eroe della carità cristiana, riceverete grazie fisiche o spirituali, non tardate a chiamare lo +40 727.517.682 (dall’estero) o scrivere all’indirizzo e-mail istorie@ercis.ro, per mettervi in contatto con il vice – il postulatore della Causa di Beatificazione del Sacerdote Dumitru Matei.

Tradotto dal romeno, a cura di Simona Farcaș

Articolo originale in romeno, qui.